Il Partito Democratico ha subito un enorme crollo di consensi all'indomani delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo. E le cose non sembrano andare meglio, dato le divisioni interne al partito sul futuro dello stesso PD.
PD, Orfini: scioglimento e rifondazione
Il presidente del partito di 'sinistra', Matteo Orfini, ha pronunciato parole che non potevano essere più chiare: "Stracciamo lo statuto del Pd, sciogliamolo e rifondiamolo", ha affermato, sottolineando che il cambio di nome non farebbe altro che peggiorare una situazione che non accenna a mostrare segni di miglioramento.
Il Partito Democratico, dopo il crollo dei consensi in seguito alle scorse elezioni politiche, non sembra più in grado di funzionare, pertanto necessita di uno scioglimento e di una rifondazione, decidendo di comune accordo la linea Politica e la leadership.
Le parole del presidente sembrano essere in linea con quelle del segretario-reggente, nonché ex ministro, Maurizio Martina, il quale ha affermato che cambiare nome sarebbe un grave errore, ritenendo più importante "ridare attualità alla sfida democratica", internamente ed esternamente al medesimo partito. E, riguardo al futuro congresso, poi, afferma che si svolgerà entro le elezioni Europee, rispettando le giuste tempistiche.
Le altre linee politiche nel partito
Il percorso indicato dal presidente Orfini nasce come una scorciatoia, ma rischia pesantemente di minare il dialogo interno su temi e leadership, sul congresso e sulla stessa segreteria. Sulla base di ciò, sono numerose le richieste di posticipare i diversi appuntamenti previsti a dopo il voto delle Europee, al fine di non offrire l'immagine di un partito in macerie.
L'obiettivo del partito, infatti, è quello di attestarsi intorno ai risultati delineati dai diversi sondaggi di gradimento, che vedono l'ex partito di maggioranza intorno al 17%.
Nicola Zingaretti, attuale governatore del Lazio, è fortemente contrario a quest'ultima linea: egli, infatti, ha già annunciato la propria candidatura alla guida del partito e chiede con insistenza che il congresso si tenga prima delle Europee.
"Bisogna fare opposizione e creare un’alternativa che non c’è", ha affermato, facendo da eco alle parole dei suoi colleghi.
Riguardo, invece, a Matteo Renzi, ha già annunciato che non ha intenzione di candidarsi alla guida del partito, tuttavia appare un po' nascosta, ma forte, la candidatura di uno dei suoi fedelissimi, l'ex ministro dei Trasporti Graziano Delrio, lanciata in numerose Feste dell'Unità.
Nella serata di ieri sono arrivate anche le parole del deputato Francesco Boccia, il quale ha affermato che il PD è ormai un partito di macerie, rigettando al contempo quella che è l'ipotesi di rinvio del Congresso: "Niente scherzi o rinvii sul congresso: va fatto immediatamente", ha affermato.