Nella puntata di questo martedì 23 ottobre della trasmissione "Cartabianca"su Rai3, è intervenuto Pierluigi Bersani, ex segretario del Partito Democratico e attualmente esponente di Articolo Uno-MDP e deputato di Liberi e Uguali, il quale si è espresso approfonditamente su vari aspetti politici attuali. Vediamo cosa ha detto.

Le critiche di Bersani alla manovra del Governo

Bersani ha esordito dicendo: "L'Italia ha detto all'Unione Europea che non vuole uscire dal condominio ma neanche rispettarne le regole, tutto questo è un po' osé. Io farei una proposta: abbassiamo un attimo queste previsioni di crescita a cui non crede nessuno, 1,5% è troppo, è più realistico un 1 o 1,1%.

Poi facciamo investimenti per dare lavoro. Il fatto che abbiamo 5 milioni di poveri è il problema numero uno, per questo serve un contributo di solidarietà triennale di chi è più benestante. Ci sono anche milionari che sono disposti a dare qualcosa per aiutare in questa situazione. Dico da anni che ci stavamo staccando dalla questione sociale, che è stata lasciata in mano dalla destra, la quale poi comunque fa i condoni". (...) "Io non racconterei dei dati di crescita a cui non crede nessuno, lo dico non solo per l'Europa ma anche per chi ci presta i soldi. Ci facciamo dare 400 miliardi all'anno da chi crede in noi e non possiamo raccontare che gli asini volano. Se tu sfori i limiti per creare ricchezza e lavoro è un conto, ma non sta avvenendo questo" (...) "Quando noi entrammo nell'Euro non facemmo alcun condono, né schiaffeggiammo chi doveva prestarci i soldi, ma creammo un'Eurotassa che poi restituimmo".

Il parlamentare di LeU ha poi proseguito: "Non ho niente contro Quota 100 e sono pronto a ragionarne, ma con 38 e 62 sono molti di più gli uomini a essere coinvolti rispetto alle donne, inoltre nel pubblico impiego ci sarebbe bisogno di molto nuovo personale: siamo sicuri di poter assumere e continuare a garantire i servizi?" (...) "Il problema è la destra, non i 5 Stelle: i quali non sono neanche la soluzione, ma neppure il problema principale.

La destra illiberale si è sempre mostrata come sociale, si veda Trump che ha vinto col voto degli operai e le tute blu, poi ha smontato la riforma sanitaria e abbassato le tasse ai miliardari. In Italia questi parlano di pensioni ma fanno condoni e sanatorie a Ischia, schiacciano l'occhiolino a dei pezzetti della nostra società che prima di pagare le tasse accettano il fascismo.

Bisogna saperlo e domarlo (...) Loro sono contro l'austerità ma ne stanno preparando una certa dose, se si va avanti così il rischio è che ne arrivi (...) Ma Trump non farebbe mai un condono".

Bersani: 'Non possiamo fare né come Macron né come Chavez, serve una sinistra popolare'

L'ex ministro poi parlato dei temi interni al campo del centrosinistra: "Ci vogliono delle cose nuove a sinistra. Davanti a novità così enormi nella società anche un bambino vedrebbe che non ci si può abbandonare a inerzie e riflessi antichi, dalle battaglie nel PD sulle sfumature fino dall'altro lato al rinchiudersi invece in orticelli di testimonianza. Qui ci vuole una roba nuova: se Renzi o altri vogliono fare un partito liberal-democratico alla Macron lo faccia, chi vuol fare un partito alla Chavez lo faccia.

Ci vuole invece una cosa nuova che si chiami 'sinistra popolare'. Io voglio che LeU dica questo e si metta a disposizione a partire dalle Europee per togliere le sigle e inaugurare una cosa larga e plurale che si chiami sinistra e sia popolare. Penso che tanta gente del PD possa starci. Non si può non vedere che gli unici posti in cui si riesce a fronteggiare la destra sovranista sono la Spagna, il Portogallo e l'Inghilterra, dove ci sono forze di sinistra popolare. Non sarà Macron a fermare questa ondata"

Bersani ha poi dato una stoccata ai renziani del PD: "Quelli che hanno lavorato con Renzi come ministri o altro, alla Leopolda si sono sentiti dare dei 'beneficiati ingrati' da uno che ha governato per 3 anni coi voti di un altro e che quando doveva prendere i voti lui, sono andati a casa tutti.

Nessuno ha detto niente sugli errori, invece a sinistra si dovrebbe essere liberi di parlare".

Infine Bersani ha concluso: "Se il Governo cadesse e non ci fosse nulla di pronto sarebbero guai seri, perché rilancerebbero: per questo c'è l'urgenza di capire in tutto il centrosinistra che ci vuole una cosa nuova. Ovvero un partito che si chiami di sinistra e abbia caratteri popolari, con forte connessione sociale. L'ultima cosa che mi chiedo è se Renzi ci sta o meno (...) Serve una forza larga e plurale, con meno di questo in prospettiva non c'è nessuno che può fermare questa onda: tutti diano la disponibilità a sedersi attorno a un tavolo".