Il primo segnale che qualcosa non andava è arrivato dalla decisione del ministro dell'economia italiano Giovanni Tria di rientrare anticipatamente a Roma dall'Eurogruppo a Lussemburgo, senza partecipare al vertice Ecofin di domani. Motivo del rientro: lavorare alla nota di aggiornamento al Def, che ancora non è stata mandata al Parlamento. L'intera giornata, comunque, era stata molto tesa, con le valutazioni del vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis, secondo cui il bilancio italiano 2019 non è compatibile col patto di stabilità e le parole del commissario europeo agli affari economici, Moscovici, che ha definito il deficit al 2,4% per i prossimi tre anni 'una deviazione molto significativa' rispetto a ciò su cui l'Italia si era impegnata.

L'effetto di tutto ciò è stato un rialzo dello spread fin sopra quota 280 e una chiusura in calo della Borsa.

Juncker in serata evoca il rischio greco

In serata, arrivano pesanti come pietre le dichiarazioni del Presidente della Commissione Ue, Jean Claud Juncker, che senza mezzi termini evoca la possibilità di una deriva greca per l'Italia. Nel corso di un intervento rilanciato da diversi media internazionali, tra cui il New York Times, Juncker invita ad 'essere molto rigidi' nei confronti dell'Italia, qualora pretendesse un trattamento speciale supplementare. Secondo Juncker, un discostamento dagli obiettivi di bilancio concordati in precedenza a livello europeo potrebbe generare una nuova crisi simile a quella greca, portando addirittura alla fine dell'euro.

Juncker e Moscovici sotto il tiro di Salvini e Di Maio

Non si fanno attendere le reazioni dei vicepremier Salvini e Di Maio ai richiami giunti dall'Europa. Il leader dei Cinque Stelle, che ieri si era scagliato contro Pd e Forza Italia accusandoli di terrorismo mediatico, lancia un'accusa simile a Moscovici, sostenendo che questi abbia deliberatamente rilasciato dichiarazioni avverse al Def italiano per influenzare i mercati, ai quali si dovrà continuare a spiegare meglio questa manovra.

A Juncker replica invece, a muso duro come nel suo stile, Matteo Salvini, secondo il quale semplicemente alle parole del Presidente della Commissione Ue, in Italia, non crede nessuno. Per Salvini è necessario agire guardando ai bisogni dei cittadini: salute, sicurezza, lavoro sono per lui le uniche priorità del governo, perciò ribadisce: 'Non ci fermeranno'