Bruno Vespa, da decenni, accompagna l'informazione degli italiani e non ha certo bisogno di presentazioni. Raramente lo si è visto alzare i toni, anche perché molto spesso si occupa di fare l'arbitro in talk show in cui è lui a condurre. Da ospite di Giovanni Floris e della trasmissione Dimartedì de La 7, invece, è stato protagonista di un acceso, seppur civile, scambio di battute con Piercamillo Davigo, magistrato che dall'aprile 2016 all'aprile 2017 è stato presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati. Il dibattito si è accesso su questioni che riguardano il futuro dell'Italia e sulle eventuali strategie di sviluppo.

Vespa non condivide l'idea di aver cestinato l'ipotesi Olimpiadi a Roma

Bruno Vespa, nei giorni scorsi, ha ospitato Virginia Raggi, subito dopo l'assoluzione nel primo grado del processo che l'ha coinvolta. Nel corso della discussione su La 7 la tira in ballo ricordando come, pur rispettandola, non condivida il fatto che si sia scelto di cestinare l'idea delle Olimpiadi a Roma perché sarebbero potute essere "fonte di corruzione". "Se tu non fai le cose - dice Vespa - per paura del peccato allora sei un paese morto, vai alla decrescita felice". Il conduttore sottolinea come in Italia per fare un ponte occorrono mediamente quattordici anni, mentre all'estero ne bastano tre e non a caso le maggiori imprese costruttrici di grandi opere lavorano per il 98% all'estero.

Vespa si chiede perchè accade questo ed evidenzia come qui "non si fanno lavori".

Davigo ipotizza l'utilizzo di agenti sotto copertura nelle gare d'appalto

Davigo risponde ponendo il problema del fatto che le opere pubbliche sul suolo italiano costano mediamente il doppio di quanto accade all'estero. Tira fuori dalla tasca un foglio in cui sono presenti gli stralci di un verbale d'interrogatorio del 1992, attraverso cui vuole porre l'attenzione sul fatto che il codice degli appalti sia "fantascienza" e che il mondo reale sia fatto di cartelli di imprese che tirano a sorte chi si deve prendere gli appalti.

"Il mondo reale - tuona Davigo - è questo qui, se questo non è un sistema criminale che cos'è?" La risposta di Vespa non si fa attendere: "Allora chiudiamo il paese, se tutti quanti dicono 'noi abbiamo un codice di appalti sbagliato', lo riformiamo, è peggio di prima, e partiamo dal principio che tutti sono mascalzoni chiudiamola qui.

Non mi riconosco nell'Italia di Davigo, è un mio limite ma pazienza, cosa devo fare?". La risposta di Davigo è la proposta di utilizzare agenti sotto copertura che partecipino alla gara di appalti per stanare eventuali brogli. E Vespa evidenzia: "Quello va benissimo".