Il disegno di legge anticorruzione, o cosiddetto Spazzacorrotti, preparato dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è in dirittura di arrivo parlamentare, ma continua a far discutere animatamente. Le proteste e i paletti arrivano non solo dalle opposizioni, ma anche dagli alleati leghisti del M5S nel governo gialloverde. A far discutere è soprattutto l’emendamento, voluto fortissimamente dal Guardasigilli pentastellato, che introduce il blocco dei tempi della prescrizione di un reato dopo la sentenza di primo grado. Secondo il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, invece, proprio il blocco della prescrizione, insieme al carcere per gli evasori fiscali, rappresenterebbe una vera e propria rivoluzione alla quale, infatti, si stanno opponendo con tutti i mezzi i vecchi partiti come Forza Italia e Pd, con tanto di stampa al seguito.

Il Ladrometro di Marco Travaglio

Dunque, secondo Marco Travaglio, la “rivoluzione” rappresentata da una “legge uguale per tutti” sarebbe molto vicina e si potrebbe realizzare con l’approvazione da parte del parlamento del ddl Anticorruzione. I punti realmente rivoluzionari della nuova legge Spazzacorrotti sarebbero racchiusi in due emendamenti aggiunti personalmente da Bonafede nel ddl: il blocco della prescrizione dei reati dopo il primo grado di giudizio e “carcere vero” per evasori e frodatori fiscali.

Bonafede ‘smantella i tre pilastri dell’impunità’

Il direttore del Fatto Quotidiano, nel suo consueto editoriale, spiega che il sistema di corruzione vigente nel nostro Paese si fonda su “tre pilastri”, ovvero poche possibilità che questo tipo di reato venga scoperto, la bassissima possibilità di essere puniti grazie all’intervento della prescrizione e la certezza di non finire dietro le sbarre anche in caso di avvenuta condanna.

Ebbene, se il ddl Bonafede dovesse entrare in vigore così come è stato formulato, questi tre pilastri verrebbero immediatamente smantellati grazie all’uso di agenti infiltrati, pentiti, intercettazioni e custodia cautelare in carcere. Il blocco della prescrizione dopo il primo grado, poi, darà la certezza di giungere ad una sentenza definitiva, visto che nessuno avrà più interesse a rinviare alle calende greche il proprio processo non potendo più contare sulla prescrizione.

Le pene più alte, infine, renderanno reale l’eventualità di finire realmente in galera.

La ‘lobby dei colpevoli’ contraria al provvedimento

Secondo Travaglio la nuova legge verrebbe accolta con favore da “innocenti e onesti”, mentre quella che lui bolla come “lobby dei colpevoli” ha tutto l’interesse a bloccare il ddl, aiutata anche dai “giornaloni” che fungerebbero da “cassa di risonanza”.

Tra i ‘cattivi’ il giornalista inserisce anche la Lega di Matteo Salvini che “osteggia la blocca-prescrizione e nicchia sulle manette agli evasori”, venendo meno agli obblighi contenuti nel contratto di governo firmato con il M5S. Emblematico in questo senso anche il Tweet pubblicato da Maria Stella Gelmini, capogruppo alla Camera del partito di Silvio Berlusconi. “Di Maio si metta l’anima in pace - ha cinguettato con fare minaccioso la amazzone berlusconiana - non ci sarà alcuno stop alla prescrizione. Logiche manettare e giustizialiste non avranno la meglio sul garantismo”. Quest’ultima parola, “garantismo”, Travaglio la tradurrebbe con “impunità”.