In occasione della puntata di questa domenica 9 dicembre di "Che tempo che fa" su Rai 1 tra gli ospiti di Fabio Fazio c'è stato Gino Strada, storico fondatore di Emergency, il quale si è soffermato su alcuni aspetti relativi alle guerre in giro per il mondo, ma ha anche fatto un passaggio sulla situazione Politica italiana. Vediamo le parti salienti di quello che ha detto.

Gino Strada: 'Chi pensa di essere superiore introduce elementi di guerra, disprezzo e odio'

Gino Strada ha esordito dicendo: "Se nella società odierna c'è qualcuno che pensa di essere superiore, ad esempio dicendo 'America First' o 'Prima gli italiani', chiunque sia, vuol dire introdurre un elemento di guerra, di disprezzo, di odio che è poi quello che vediamo regolarmente in questo paese".

Parlando di guerre, Strada ha ricordato: "L'abolizione delle guerre è qualcosa che non viene perseguito, ma che sarebbe perseguibile. La guerra è illegale da circa 90 anni: la maggior parte dei paesi del mondo, fra cui l'Italia, furono firmatari del Trattato di Parigi di rinuncia alla guerra del 1928. Esso ancora oggi non viene rispettato. Perché la guerra non si abolisce coi trattati, ma stimolando la riflessione e la cultura di tutti".

Riguardo alla storia di "Emergency", il suo fondatore ha poi proseguito: "La scelta la feci un po' per caso. Volevo capire cosa significava il mio mestiere di chirurgo non solo nell'università americana o al policlinico di Milano, ma nel mondo. Perché si chiama con lo stesso nome, ma non è la stessa professione.

Sono andato quindi in paesi dove davvero c'è la guerra. (...) Le vittime delle guerre nel mondo sono per il 90% civili, e 1 volta su 3 è un bambino. Da uomo e da medico credo che solo un pazzo può dirsi a favore della guerra. E' impossibile giustificare una cosa del genere".

'La sicurezza non dipende da immigrati, no a nuova forma di fascismo: siamo in un momento a rischio'

In chiusura Gino Strada si è soffermato anche su un tema strettamente di politica interna italiana, affermando: "Quello che oggi si chiama Decreto Sicurezza, poco tempo fa si chiamava Decreto Immigrazione e Sicurezza. Ma in realtà quel decreto ha poco a che vedere con la sicurezza non c'entra niente.

Io tutti i giorni a Milano prendo il tram e metà delle persone non sono nate vicino alla Madonnina, ma non per questo non mi nuoce. La sicurezza non dipende da quanti immigrati ci sono, quanti regolari o irregolari. E' una campagna strumentale che tende a generare odio e violenza: è lì che io non mi ritrovo. Io non voglio un mondo in cui ritornino di nuovo queste logiche di superiorità, di razzismo, questa nuova forma di fascismo. Non mi piacciono queste cose: io le trovo disumane e credo che noi siamo in un momento a rischio. Dobbiamo tutti quanti riflettere un attimo, perché queste cose fanno paura e poi ci si chiederà per decenni come è potuto succedere".