Sono giorni decisivi quelli che si stanno trascorrendo che vedono il passaggio del testo della nuova Legge di Stabilità 2019 dinanzi la Commissione Bilancio alla Camera per una terza lettura definitiva e la votazione finale delle misure contenute nella manovra finanziaria più importante della storia della Repubblica. I decreti su Quota 100 e reddito di cittadinanza, infatti, potrebbero arrivare già nei primi giorni di gennaio per rendere operative le due misure che, come ormai tanti sanno il Governo ha provveduto a ritardare per ottenere maggiori risparmi e concludere positivamente la trattativa con la Commissione Europea.
Probabile un unico decreto su Quota 100 e rdc
Intanto, si continua a discutere su altri argomenti riguardanti il raddoppio dell'Ires (Imposta sul reddito delle società) per le associazioni no profit, una sorta di tassa sulla solidarietà fortemente voluta da Bruxelles.
"Sono stati quelli della Commissione Europea a chiederci la norma che raddoppia l'Ires. E' del tutto indolore annunciare che la cambieremo per non colpire chi aiuta i più deboli", ha spiegato il vicepremier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. Stando a quanto riporta il quotidiano "Il Messaggero", inoltre, ci sarebbero altri nodi da sciogliere in vista dell'approvazione della nuova Legge di Stabilità. Le due misure-chiave come Quota 100 e reddito di cittadinanza sono state ormai confermate ma restano da capire le modalità con il quale diventeranno operative. Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, infatti, avrebbe chiesto all'ufficio legislativo di elaborare un unico decreto che comprenda le due misure considerate i pilastri fondamentali della nuova Legge di Bilancio.
Una decisione sulla quale sembra d'accordo anche la Lega anche per evitare la competizione parlamentare in sede di approvazione dei due provvedimenti. Sempre stando a quanto si apprende da "Il Messaggero", dopo aver confermato lo schema dei due decreti, i due provvedimenti potranno essere varati lo stesso giorno.
Liquidazione differita per gli statali
Stando a quanto lascia trasparire "Il Sole 24 Ore", invece, i dipendenti dell'amministrazione statale, dovranno fare i conti con la liquidazione differita del trattamento di fine servizio la quale potrebbe essere posticipata per un periodo di 36 mesi o comunque potranno percepire il loro tfs non prima del compimento del 65esimo anno di età anagrafica. Tramonta anche l'ipotesi del prestito bancario a costo zero dopo il no secco da parte della Ragioneria generale dello Stato.