Nichi Vendola, ex governatore della Regione Puglia ed esponente di Sinistra Italiana, passa in rassegna i fattori politici e linguistici del governo gialloverde, evidenziando i profondi cambiamenti che hanno coinvolto il vocabolario istituzionale e la percezione stessa della Politica. Non manca, però, di affrontare anche la cecità del centrosinistra nei confronti della questione sociale e di sottolineare la presenza 'ingombrante' di Matteo Renzi.

Vendola: 'Oggi la politica è il trionfo della futilità'

'L'Italia del cambiamento è un Paese che fa paura - dice Nichi Vendola, intervistato da Giovanni Floris a Dì Martedì - È l'immagine di un'Italia imbarbarita, rancorosa, spaventata, in preda a discorsi che sono di una semplificazione e di una banalizzazione della realtà che è il contrario di ciò che dovrebbe essere la politica.

Politica intesa come accompagnamento alla conoscenza, come funzione pedagogica. Oggi siamo di fronte all'Italia di un analfabetismo politico-culturale che fa paura, di fronte agli slogan e agli 'abracadabra' degli illusionisti. Vedo un Paese molto impoverito, in cui le classi medie vivono uno schianto che è frutto della crisi e la ricchezza si è blindata. È un Paese in cui sono saltati i corpi intermedi e il suo vocabolario, per la sua classe dirigente, è diventato terrificante. Io ho conosciuto grandi leader popolari. Quando ero ragazzino, il costume di chi veniva educato alla politica era andare ad ascoltare i comizi di tutti. I comizi erano grandi momenti di alfabetizzazione popolare. Si tornava a casa da un comizio e si aveva voglia di aprire un libro, di approfondire un argomento di storia o di geografia.

La politica era la scoperta del mappamondo e il confronto con la dimensione del tempo lungo della Storia. Oggi, invece, la politica è la battuta immediata, l'eterno presente, è il trionfo della futilità. Aldo Moro (democristiano) o Enrico Berlinguer (comunista) erano grandi leader popolari e parlavano difficile. Non parlavano al basso ventre, parlavano all'intelligenza.

Il linguaggio di Salvini e di Di Maio è come una panciera: aderisce elasticamente all'Italietta del basso ventre, asseconda le paure e le pulsioni al primitivismo. Loro hanno in comune l'idea che la complessità non esista, che sia un'invenzione del demonio. Per loro la realtà è semplice e le soluzioni sono semplici, salvo poi doversi accorgere che la realtà invece è molto complicata e che alcune delle loro soluzioni peggiorano la realtà'.

Vendola: 'Di Maio inganna giovani e Sud, Salvini baro e manipolatore'

'La gente crede loro perché è spaventata - prosegue l'ex Governatore - perché c'è stato un lungo tempo in cui quelli che si dicevano di sinistra non hanno guardato l'asprezza della questione sociale, non si sono accorti che l'ascensore sociale si era fermato, che i figli per la prima volta nella storia dell'Italia stavano peggio dei padri'. Approfondendo la sua opinione riguardo al leader del Movimento 5 Stelle, Vendola racconta: 'All'inizio provavo simpatia per Di Maio perché è un giovane del Sud. Poi la simpatia si è trasformata in antipatia, perché è uno che inganna sia i giovani che il Sud. Il reddito di cittadinanza è una bandiera bellissima e dovrebbe essere una cosa seria, ma per quello che se ne sa è una buffonata.

È un reddito di cittadinanza che, per come viene concepito, rischia di alimentare la precarietà e di portare ad un'ulteriore compressione dei salari. C'è poi una cosa che mi ha angosciato: quell'approccio moralistico, quell'idea che il salario che serve a combattere la povertà non possa essere speso se non in un certo modo. Mi sono chiesto ''Ma se un povero ha un figlio e vuole portarlo 2 giorni in vacanza al mare, è una cosa che lede I principi della morale di Di Maio? Ci battiamo per emanciparci dalla povertà o il problema è accompagnare paternalisticamente la povertà come un fenomeno cronico?''. Io voglio liberare l'Italia dalla povertà'. Ancor più negativo è il suo giudizio verso l'altro vicepremier, il leader della Lega Matteo Salvini: 'Non c'è nulla che possa piacermi di Salvini.

Anche le dichiarazioni di qualche minuto fa sul Papà. 'Ha ragione Papa Francesco a parlare contro il razzismo perché c'è stato troppo razzismo da parte della sinistra nei confronti dell'Africa sfruttata'. Ha un'abilità da manipolatore, da baro al gioco del poker, usa le parole come uno spiazzamento continuo rispetto alla realtà. Io lo ricordo Salvini all'inizio della sua carriera, quando parlava dei Rom e dei Sinti e usava la parola 'derattizzazione'. Con queste parole si sono costruiti i pogrom e i lager. Le parole sono pietre, feriscono. Bisogna avere rispetto per tutti i popoli, per tutte le culture, per tutte le persone, per tutti gli esseri umani. il presidente della Camera Roberto Fico ha fatto bene a dire che non fa niente se si perdono i voti, che il rispetto della dignità di ogni essere umano, qualunque sia il colore della sua pelle e la sua fede, è un principio di civiltà.

Se noi regrediamo da questo punto, la civiltà è finita'.

Vendola: 'L'opposizione è inibita da chi ha perso e ancora parla'

Come penultimo argomento, Vendola affronta i temi di immigrazione, mancata integrazione e sdoganamento del razzismo: 'Forse una certa sinistra, quella che ha governato, ha combattuto la battaglia dell'integrazione solo con i fioretti, con le belle parole, con le buone intenzioni. Il razzismo è un modo di governare il mercato del lavoro, serve a dividere la manodopera e a mettere gli uni contro gli altri. Oggi il fatto è grave perché si è sdoganato progressivamente, indipendentemente da Salvini (che lancia il sasso e nasconde la mano), questo atteggiamento diffuso per cui ci sono quelli che vietano il bambolotto nero nell'asilo nido, quelli che vietano la mensa scolastica ai figli degli immigrati, c'è quello che passeggia a Torino e di fronte ad una signora nera che sta cantando le dice ''Brutta n**a stai zitta che sto parlando al cellulare'' e lei poi piange e gli racconta di una famiglia massacrata nel suo lontano Paese d'origine.

Questo accade perchè si sta tornando indietro dal punto di vista del linguaggio. Quando chi ha responsabilità di governo ed è élite parla come nelle curve degli stadi, si torna indietro alle caverne'.

Infine, ultima ma non meno importante è l'assenza di una vera opposizione, ostacolata dalle incursioni di esponenti sconfitti lo scorso 4 marzo: 'L'opposizione è inibita dal fatto che quelli che hanno prodotto questa catastrofe parlano ancora e occupano tutto lo spazio - spiega Vendola - Ogni volta che Renzi attacca Di Maio e Di Battista fa loro un favore enorme. Renzi è l'autore di un provvedimento selvaggio di precarizzazione del mercato del lavoro come il Jobs act, è autore di una pessima riforma della scuola chiamata Buona scuola, è l'autore di una riforma costituzionale che è stata bocciata dal popolo italiano.

Con il suo populismo di centro era l'incarnazione di una grande speranza, ma è diventato l'icona del male. Ha perso. È stato sconfitto. Non può occupare il campo che dovrebbe occupare chi si deve chiedere perché abbiamo perso''.