Questo sabato 15 dicembre si è svolto a Roma un evento in occasione del 20° anniversario della nascita della "fondazione ItalianiEuropei", presieduta da Massimo D'Alema. Un momento di riflessione sul mondo della sinistra in Italia a cui hanno partecipato numerosi volti noti di tale area Politica: da Gianni Cuperlo ad Andrea Orlando, da Roberto Speranza a Pierluigi Bersani, da Antonio Bassolino a Laura Boldrini.

Fra gli interventi più attesi anche quello di Nichi Vendola, ex Governatore della regione Puglia e già leader di SEL, che si presentava a una delle sue prime uscite pubbliche dopo il malore che lo aveva colpito nello scorso mese di ottobre.

Vediamo le parti salienti di quello che ha detto.

Vendola: 'La destra ha vinto perché ha saputo fare egemonia'

Parlando della situazione politica generale Vendola ha esordito dicendo: "Nella Bibbia c'è la Sentinella che si domanda 'A che punto è la notte?', oggi probabilmente non abbiamo più neanche la Sentinella. Un tempo come sinistra, quando guardavamo i nostri successi e le nostre avanzate, dicevamo 'Ben scavato, vecchia talpa'. Oggi questo può dirlo la destra. Cosa è accaduto? Dobbiamo interrogarci su questo, altrimenti rischiamo un agitazionismo senza pensiero".

Poi l'ex governatore pugliese ha proseguito: "La destra ha costruito nel corso del tempo, su alcune campagne, una capacità di egemonia straordinaria, abbattendo i fondamenti dello Stato moderno.

Ad esempio abbattendo il tema del Fisco, che pure è alla base del patto sociale e della solidarietà. Su questo anche a sinistra qualcuno ha detto 'Non mettiamo le mani nelle tasche dei cittadini' e lì si è capito quanto fosse espansiva quella propaganda di destra. Al tempo stesso con la privatizzazione della Giustizia, vedasi la campagna sulla legittima difesa sempre e comunque: altro punto importante della devastazione dello Stato moderno.

Ma anche la capacità di banalizzare i razzismi, temi che noi come sinistra abbiamo colpevolmente ritenuto un elemento periferico della costruzione europea. Ma il razzismo è uno dei fondamenti dell'Europa, se uno dovesse vederla senza le lenti della retorica. Si pensi a quanti ebrei scampati alla Shoah sono poi stati trucidati nei pogrom anti-semiti del dopoguerra o a cosa è stato il colonialismo francese o inglese.

Se dalle viscere della storia emerge un razzismo così dilagante, c'è una qualche ragione che dobbiamo indagare".

Vendola si è poi soffermato sul fatto che: "i poveri non sono quasi mai una minaccia sociale, gli impoveriti invece sì e sono una bomba a orologeria. Lo schianto del ceto medio è alla base della crisi della democrazia". Aggiungendo: "A destra sono straordinari a esaltare la meritocrazia, senza di fatto parlare della cultura come bussola del mondo. Ecco perché dovremo ragionare del fascismo come un'autobiografia non solo di una Nazione, ma di un Continente intero". Aggiungendo: "Il riformismo mondiale, alle grandi mutazioni sociali, ha inseguito un'idea acritica della globalizzazione, non occupandosi più dei produttori (cioè del lavoro) ma dell'intelligenza del consumo e dei consumatori.

Immaginando che la questione sociale fosse qualcosa di ottocentesco, reagendo poi con troppa debolezza alla crisi economica".

'Immagine e credibilità della sinistra sono state rase al suolo, l'opposizione al Governo non si può fare in questo modo'

Passando all'attualità Vendola ha detto: "In Italia oggi è interdetto pure lo spazio dell'opposizione. Ma vi pare normale che l'opposizione al Governo gialloverde la si debba fare spiando le mosse del ministro dell'Economia? O immaginando di dover alzare la bandiera delle "grandi opere" contro lo zigzagare del M5S? Possibile che abbiamo dimenticato quale è la percezione dell'opinione pubblica sulle grandi opere? L'opposizione non si fa così".

In conclusione Nichi Vendola ha detto: "Di fronte alla più grande sconfitta della politica e sul piano personale, Gramsci si interrogava sui fondamenti della sconfitta della rivoluzione in occidente e dell'avvento del fascismo in Europa.

Si chiedeva cosa era stata l'Italia nel corso dei secoli, scavando nel profondo e lasciando ai suoi compagni il compito di interrogarsi a lungo. Ecco, noi invece non ci siamo interrogati neanche per un giorno sulle sconfitte che hanno raso al suolo l'immagine e la credibiltà della sinistra in Italia. Credo che non andremo da nessuna parte se parleremo di che cosa bisogna fare senza aver prima capito che cosa è accaduto".