Un attentato nella Basilica di San Pietro a Roma, proprio nel giorno di Natale. Sarebbe stata questa, secondo quanto riporta il quotidiano Il Messaggero, l’intenzione di Ibrahim Omar Mohsin, l’aspirante terrorista islamico di origini somale arrestato a Bari pochi giorni fa. A far emergere la pericolosità di Mohsin, convincendo la magistratura e le forze dell’ordine baresi a stringere il cerchio intorno a lui, sarebbero state le eloquenti intercettazioni telefoniche e ambientali compiute nei suoi confronti. Un terrorista pronto a colpire l’Italia, dunque, e non un innocuo detentore di permesso umanitario, come ha riferito quest’oggi anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Il leader della Lega prende ad esempio proprio il caso di Bari per ribadire la necessità, a suo giudizio, della nuova legislazione sui permessi di soggiorno, entrata in vigore dopo la definitiva approvazione in parlamento del Decreto Sicurezza fortemente voluto dal leader leghista.

Matteo Salvini: ‘Pazzesco’ il caso dell’aspirante terrorista di Bari

Mentre, a quattro giorni dall’arresto di Ibrahim Omar Mohsin, i media continuano a parlare di questo presunto terrorista jihadista nato in Somalia, sulla vicenda decide di dire la sua anche Matteo Salvini. Il titolare del Viminale scrive, come da suo solito, un post su Facebook nel quale giudica “pazzesco” quanto accaduto in Puglia. Mohsim, infatti, una volta arrivato nel nostro Paese nel novembre 2016, risulta aver ottenuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari, riuscendo così, aggiunge stizzito Salvini, ad essere “mantenuto a spese degli italiani” mentre era ospite di una struttura Sprar.

Risulta che, dopo essersi allontanato dal centro di accoglienza, il somalo abbia trovato alloggio in uno stabile occupato, in seguito sgomberato dalle forze dell’ordine lo scorso ottobre. Il caso di Mohsim, deduce il leader della Lega, confermerebbe una volta di più quanto fosse “necessaria una stretta sui permessi di soggiorno”, definiti “facili”, ma anche sulle “occupazioni abusive” e su chiunque fruisca di “servizi pagati dai contribuenti” come i centri di accoglienza per immigrati.

‘Altro che buonismo, aumentare le espulsioni’

Matteo Salvini se la prende anche con il presunto e falso “buonismo” professato sul tema dell’immigrazione dalle opposizioni politiche, soprattutto di sinistra, e da tutte quelle associazioni che fanno parte del mondo del volontariato. Si veda il caso delle Ong che operavano nel Mediterraneo con le loro imbarcazioni salva-migranti, e che ora sono costrette a restare ferme a terra a causa della politica dei porti chiusi ordinata da Salvini.

Respinte al mittente dei critici anche le accuse di mandare “gli immigrati indifesi in mezzo a una strada”, visto che i “veri profughi” verranno sempre aiutati. Porte sbarrate, invece, per “balordi, delinquenti e clandestini”. Tutto questo in nome delle “regole”, della “legalità” e del “buonsenso”, non certo di un inesistente razzismo di cui si sente spesso parlare. “Aumentare le espulsioni”, è questa la promessa finale del capitano leghista.