Ci siamo quasi. Il progetto di legge per il sostegno dell’occupazione femminile, voluto dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini, si trova a un passo dalla calendarizzazione. Percorso necessario per essere discusso alla Camera dei Deputati. La proposta di legge è stata presentata nel mese di ottobre e si trova al vaglio dell’Ufficio normative. Le verifiche si concluderanno a giorni e, forse, entro l’anno diventerà legge.
Ascoltate prima le donne, il tour per il Paese
Si tratta del primo disegno di legge ad essere stato sottoposto alle donne in forma aperta prima della presentazione alla Camera.
Il primo ad uscire dalle stanze "maschili" del potere, dove la rappresentanza femminile è molto bassa rispetto alla componente demografica del Paese (34% contro il 51%). Gap che condiziona molto anche l'attenzione verso questioni di genere.
"Un concorso di idee" per le donne, a prescindere dall'orientamento politico. Rivolto a lavoratrici, imprenditrici, rappresentanti sindacali, di ordini professionali, di organizzazioni per i servizi al lavoro e per le imprese, dei centri antiviolenza, alle ricercatrici, alle precarie e alle disoccupate. La ex presidente della Camera le ha incontrate tutte in dieci tappe, all'interno del tour "Forza ragazze, al lavoro!".
Cosa prevede il testo e gli obiettivi
La proposta di legge è unica anche nei propositi. Si tratta della prima reale risposta Politica alla partecipazione delle donne nel mercato del lavoro. Le misure contenute in essa vanno dal sostegno della genitorialità, dagli sgravi fiscali per chi assume personale femminile, soprattutto donne vittime di violenza di genere e/o situazioni socio-economiche svantaggiate, dal potenziamento della conciliazione lavoro-famiglia, dall'incremento della rappresentanza femminile nel "soffitto di vetro" e nell'imprenditoria, alla lotta contro le discriminazioni sessiste, molestie e ricatti sessuali, disparità salariali attraverso sanzioni e programmi di audit per rivelare i casi.
L'obiettivo è quello di portare l'occupazione femminile alla media europea del 62%, da cui l'Italia è molto lontana. Infatti, con il 49% siamo fanalino di coda in Europa e tra gli ultimi posti nel mondo. Tanto che tra 149 Paesi analizzati dal rapporto Global Gender Gap 2018, il nostro Paese è al 118esimo posto per tasso di partecipazione economica delle donne.
Il dato più sconfortante è quello del Mezzogiorno, dove solo il 33% delle donne svolgono un lavoro retribuito. In Sicilia, la percentuale scende addirittura al 29%. Sono soprattutto precarie e/o sottopagate, spesso impiegate in settori di care. Numeri che non possono passare inosservati dalle istituzioni politiche.
La proposta di legge voluta da Boldrini parte dallo smantellamento degli ostacoli che si pongono tra l'universo femminile e il mercato del lavoro italiano. Un punto molto interessante riguarda l'estensione del congedo di paternità obbligatorio, da 5 giorni a 15. "Lo riportiamo almeno entro la media europea, il minimo, che è di due settimane. E' importante incentivare la partecipazione attiva dei padri alla famiglia, in modo che le donne non siano penalizzate nel mondo del lavoro a causa di compiti che cadono interamente sulle loro spalle, ha detto Valentina Pattavina, responsabile delle politiche di genere per Laura Boldrini.
Questa misura è importante anche per abbattere i pregiudizi radicati nella mentalità degli uomini italiani, ancora convinti che occuparsi della famiglia sia una cosa che riguarda solo le donne. Questo disegno di legge riguarda tutte, a prescindere dalla loro appartenenza politica, perché la discriminazione colpisce tutte".