Il vicepremier Luigi Di Maio chiede a Malta di far sbarcare i migranti che si trovano nella nave Ong Sea Watch, affermando di farsi carico dei bambini e delle loro mamme, per un totale di 10 persone sulle 49 che si trovano sull'imbarcazione.

La notizia

E' di pochi minuti fa la notizia secondo cui Di Maio avrebbe dato un ultimatum a Malta, chiedendo di far sbarcare i migranti presenti sulla Sea Watch. Se l'isola negherà il porto allora in Italia non potranno entrare neanche le mamme e i loro bambini che si trovano sulla nave da quasi venti giorni.

Il presidente della Camera Roberto Fico si affida a Facebook per far emergere il suo pensiero, chiedendo all'Europa di essere presente in queste drammatiche situazioni e di non lasciare l'Italia da sola. Dopo la diffusione dell'appello, la Germania si è fatta avanti per accogliere una parte delle 49 persone ancora in mare ma solo se vi sarà una distribuzione bilanciata.

Fico ribatte che solamente insieme si potrà risolvere questo problema e che se l'Unione Europea sarà unita non solo diventerà più forte, ma sarà anche in grado di risolvere sia questa seria crisi umanitaria, sia qualsiasi altro problema che si potrà presentare.

Salvini attacca l'Europa

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini afferma che l'Italia non cederà a nessun tipo di ricatto sottolineando come la nave Sea Watch si trovi in acque maltesi e quindi, di conseguenza, lo sbarco dovrà avvenire in quel territorio.

Ammette di essere ancora una volta disgustato dall'atteggiamento che l'Unione Europea ha nei confronti dell'Italia, di come vogliano sottomettere il nostro Paese non muovendo un dito nei confronti delle persone che si trovano sulla nave. L'Italia, secondo Salvini, ha già accolto un gran numero di richiedenti asilo e questa volta la lezione di umanità dovrà arrivare da qualche altro Paese.

La Sea Watch risponde

La Ong tedesca replica alle parole di Di Maio affermando come il vicepremier si sia ricordato dei diritti di donne e bambini solamente quattordici giorni dopo la richiesta di sbarcare in un porto sicuro. La nave, sottolinea il portavoce, non deve essere considerata come un punto d'appoggio a lungo termine per le persone che si trovano a bordo ma è una base per il primo soccorso in mare.

Afferma inoltre che le 32 persone che si trovano a bordo devono sbarcare immediatamente, prima ancora del raggiungimento di un accordo all'interno dell'Unione Europea. Ciò che deve interessare è solamente la salvezza di questa gente che ha fatto una traversata su un mare in burrasca, non la loro ridistribuzione, che può avvenire in un secondo momento.