Lega e Movimento Cinque Stelle, com'è noto, sono due forze politiche eterogenee. In pochi avrebbero scommesso che il governo formato da una coalizione così atipica potesse avere vita così lunga, eppure al momento Salvini e Di Maio assicurano che manterranno gli impegni con gli italiani disciplinati dall'ormai celeberrimo "contratto" che detta le linee guida all'esecutivo.

Un cammino che, a detta di molti, si impernia anche su dei compromessi e c'è chi, in alcuni casi, ha addirittura gridato al "voto di scambio". Il riferimento va a un ripensamento della Lega alla Tav (attualmente sospesa) in cambio della mancata autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini nell'ambito nel caso Diciotti.

Un'autentica accusa a cui ha risposto per le rime il ministro per le Infrastrutture ed i Traporti Danilo Toninelli, intervenuto a Mattino 24, trasmissione di Radio 24. L'occasione è stata proficua per affrontare diversi argomenti: sia programmatici che politici.

Toninelli sui lavori del Ministero

Danilo Toninelli, in questi mesi, è stato uno dei ministri maggiormente presenti ed esposti a livello mediatico. Il tutto per effetto della tragedia di Genova, per le scelte da fare sulla Tav e per l'essere stato chiamato in causa quando c'è stato da chiudere i porti alle Ong.

Toninelli, nel corso del suo intervento radiofonico, ha inteso evidenziare come, ad oggi, in Italia non ci siano opere bloccate, ma al massimo ce ne è una sospesa, come appunto il Tav.

Al contrario il Governo ne avrebbe sbloccate diverse che erano ferme da anni. Nel corso della trasmissione, inoltre, è protagonista di un acceso botta e risposta con il conduttore Oscar Giannino.

Toninelli: contrattacco al PD

Ma la parte centrale dall'intervento di Toninelli su Radio 24 riguarda la velata accusa che Lega e M5S possano aver impostato una specie di "voto di scambio", con riferimento all'aver evitato a Salvini il processo sul caso Diciotti.

La replica di Toninelli è racchiusa in una parola: "Barzelletta". Poi, per rafforzare il concetto aggiunge: "Non abbiamo proprio l'impostazione umana di mettere su tavolo argomenti differenti tra di loro. Un conto è il caso Diciotti, affrontato collegialmente dal Governo e un conto sono tutte le altre questioni". La stoccata, invece, più decisa riguarda gli avversari politici: "Non siamo mica il Partito Democratico". Quasi a voler sottolineare che certi retaggi appartengono al passato e non sono previsti in quello che, più volte, è stato definito il "governo del cambiamento".