Discussione aperta sulla legalizzazione o meno della prostituzione. Da settimane, tra gli organi di stampa, rimbalza l'idea della Lega di riaprire le case chiuse, con la Regione Veneto che sta valutando una proposta proveniente dal gruppo politico "Siamo Veneto", che prevede l'introduzione di un albo al quale le mestieranti dovranno iscriversi per risultare delle vere e proprie professioniste, rilasciando regolarmente fatture e sottoponendosi a dei costanti controlli sanitari.

In queste ultime ore, però, il giornale "Il Tempo" ha informato dell'esistenza di un disegno di legge redatto dal Pd che introduce una proposta diametralmente opposta.

Infatti, oltre a non legalizzare affatto la prostituzione, il testo mira a punire i clienti recidivi con il carcere e con multe salate non solo se il contatto con la escort avviene in luoghi pubblici, ma anche privati. L'obiettivo del Partito Democratico, dunque, è quello di modificare la legge Merlin soprattutto all'articolo 3, rendendola più rigida nei confronti di chi usufruisce delle prestazioni di lucciole.

Cosa prevede la proposta PD

Multe da 2.500 a 10.000 euro per chi si avvale di prestazioni offerte da donne o uomini che esercitano la prostituzione. In caso di recidiva, invece, il ddl prevede anche il carcere fino a un anno. Questo, in sintesi, l'oggetto della proposta del PD che non fa distinzione tra strada o case e appartamenti privati.

Dunque, tenendo conto del documento depositato di recente a Palazzo Madama, i clienti delle escort possono andare incontro a sanzioni e, nei casi più estremi, anche alla detenzione.

Tuttavia è previsto anche un modo per evitare la galera o il versamento delle multe, ovvero quando il trasgressore avanza richiesta di commutare la condanna nell'obbligo di svolgere gratuitamente lavori di pubblica utilità presso enti ed organismi autorizzati.

La proposta della Lega non produce effetti positivi

In pratica il PD, con il DDL S.312 depositato in Senato il 17 marzo, contrasta uno dei cavalli di battaglia della Lega che, al contrario, intende legalizzare la prostituzione, riaprire le case chiuse e superare di fatto la legge Merlin che sancì la fine dell'attività delle "case di appuntamento".

La proposta dei dem, invece, mira addirittura ad inasprire le sanzioni, come si evince dalla parte iniziale del testo che letteralmente parla di "Modifica all'articolo 3 della legge 20 febbraio 1958", ovvero proprio la legge Merlin. Secondo i promotori della proposta (la cui prima firmataria è Caterina Bini del Partito Democratico), come riporta "Il Tempo", un'eventuale legalizzazione della prostituzione seguendo il modello proposto dalla Lega di Matteo Salvini, non ridurrebbe la cosiddetta tratta delle donne costrette a vendere il proprio corpo e, dal punto di vista economico, non produrrebbe alcun vantaggio legato ad un maggior gettito fiscale.