La Flat tax potrebbe rappresentare un nuovo terreno di scontro fra Lega e Movimento 5 Stelle. Infatti, se da un lato il ministro dell'interno Matteo Salvini insiste nell'affermare che la misura può essere attuata perché le risorse economiche ci sono e perché fa parte del contratto di governo, dall'altra i pentastellati, tramite la ministra per il Sud Barbara Lezzi, ribadiscono la loro contrarietà a quest'intervento, definendolo "una promessa che non si può mantenere".

Il vicepremier del Carroccio, intervistato da RTL, ha affermato che la Flat tax rivolta alle famiglie potrà essere avviata a partire dal 2020 con il primo scaglione, proseguendo nel suo percorso di consolidamento nell'arco di cinque anni.

Per il titolare del Viminale saranno necessari 12-15 miliardi di euro per far partire quella che lui stesso ha definito come una "rivoluzione epocale" che comporterebbe un primo abbattimento fiscale per un'ampia fetta della popolazione. A tal proposito, Salvini ci ha tenuto a smentire un'ipotesi di simulazione avanzata dal Ministero dell'Economia, secondo cui servirebbero almeno 50-60 miliardi di euro per poter introdurre la riforma fiscale in questi termini, dichiarando che si tratta di cifre "strampalate".

Inoltre, stando a quanto riportato dall'Ansa, il ministro dell'interno, a margine di un incontro tenutosi con il gruppo Lega al Pirellone, avrebbe evidenziato ancora una volta che non sarebbe arrivata alcuna stima specifica da parte del Mef, ricordando che la Flat tax fa parte del contratto di governo, e augurandosi che nessuno si frapponga alla sua realizzazione.

Barbara Lezzi e Nicola Zingaretti contrari alla Flat tax

Il Movimento 5 Stelle non sembra essere sulla stessa linea della Lega in merito alla fattibilità della Flat tax per le famiglie. Sulla questione è intervenuta Barbara Lezzi, ministra per il Sud, la quale al programma "24 Mattino-Morgana e Merlino" in onda su Radio 24, ha confermato che realmente questa misura ha un costo di 60 miliardi, una spesa che in questa fase l'Italia non può sostenere e che, di conseguenza, impedisce di far fede a questa promessa nei confronti dei cittadini.

La volontà di Matteo Salvini di introdurre questa novità nel sistema fiscale è stata osteggiata anche dal neo-segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti. Questi, ai microfoni di Radio Capital, ha etichettato l'eventuale intervento come una "bufala", poiché attualmente non ci sarebbero spazi fiscali per garantirne l'attuazione.

Proseguendo nelle sue affermazioni, il Presidente della Regione Lazio ha evidenziato che in questo momento ci sarebbe bisogno di assicurare la "progressività delle imposte", e non un sistema illusorio secondo cui le persone benestanti, che hanno più soldi, devono spendere di più.