Nonostante una legge elettorale piuttosto farraginosa, con il voto disgiunto e una scheda evidentemente non facile, non consentano ad oggi di conoscere, non solo il nome, ma neppure il numero degli eletti per singolo collegio delle elezioni regionali sarde, è possibile comunque fare una breve analisi dei risultati elettorali.

I cittadini sardi hanno premiato la coalizione di centrodestra con il candidato governatore, Christian Solinas, che ha battuto i vari concorrenti. A commentare i risultati elettorali in esclusiva per BlastingNews è Ignazio Manca, coordinatore per il nordovest Sardegna della Lega - Salvini.

L'esito del voto

Come giudica l’esito complessivo, o meglio parziale, delle elezioni?

"Una prima sottolineatura merita la scelta vincente della Lega e del Partito Sardo d’Azione di correre con liste separate. A livello locale si è passati dal 10,8% uniti delle politiche 2018 al 21,26% con liste separate. Così come a livello regionale seppur con dati ancora parziali si è raggiunto il traguardo di 150.000 voti".

Per quanto riguarda Sassari?

"Un discorso a parte merita Sassari, notoriamente roccaforte democratica in cui erano candidati sia l'ex presidente del Consiglio regionale Ganau, che il sindaco Nicola Sanna. Ebbene, aver portato in dote oltre 7.000 voti rappresenta un risultato ragguardevole, su cui poter lavorare in previsione delle amministrative di maggio.

Interessante, sempre per quanto attiene Sassari città è la dislocazione del voto, che ha visto primeggiare il centro storico, Santa Maria di Pisa e il Latte Dolce, quartieri evidentemente emarginati, la cui reazione si è manifestata con la scelta nel voto a favore della Lega. L’analisi, a mente fredda, porta ad una ulteriore riflessione: resiste ancora il voto clientelare rispetto al voto di opinione, soprattutto nei piccoli centri, ove la tendenza si esplica a favore del candidato locale che, quasi sempre, riesce a fare il pieno dei consensi".

Come giudica l’esperienza?

"Assolutamente positiva da un punto di vista umano. Solo incontrando ed ascoltando i cittadini si percepisce il senso della gravità delle problematiche che affliggono l’isola e si possono individuare le dovute soluzioni. Stare “tra la gente”, è il moto del nostro Commissario regionale On. Eugenio Zoffili, che ha dimostrato grandi capacità nel guidare un partito, benché non radicato sul territorio, ancora in forte crescita, difendendolo dall’assalto dei vecchi marpioni della Politica".

Il momento più emozionante?

"Senz’altro, parlare ad Ozieri prima dell’arrivo di Salvini davanti a migliaia di persone, e dal palco vedere le 12 “antane” della casa in cui sono nato, ripercorrendo le mie origini. Un’emozione unica".

Nuovi traguardi

Nuovi traguardi per il partito?

"Archiviate le regionali, occorre resettare quanto prima e ripartire in attesa dei nuovi traguardi. Sapevamo che non ci sarebbe stato troppo tempo per gioire o brindare, l'imminenza dei prossimi traguardi (comunali di Sassari ed europee) non lo permettono. Dobbiamo riconquistare la città, utilizzando il nostro diserbante contro la gramigna democratica. La concomitanza con le europee ci darà una grossa mano. Ormai la sfida non è più tra destra e sinistra ma tra nazionalismo e globalismo".

Come giudica il voto a favore dei partiti identitari?

"I sardi, attraverso la bocciatura di Maninchedda (appena il 3,3%) e Pili (2,3%), nessuno dei quali ha superato lo sbarramento del 5%, pare abbiano fatto una scelta ben precisa, premiando Salvini come unico leader nazionale dichiaratosi apertamente, in tempi non sospetti (autunno 2017), a favore dell'indipendenza della Sardegna".

Promesse?

"Detesto le promesse elettorali, continuerò a mettere al servizio della politica la mia onestà intellettuale e la mia coerenza. Questo si posso garantirlo".