Sono ore calde per il governo in carica. I dissidi sulla Tav potrebbero avere effetti devastanti sul rapporto tra Lega e Movimento Cinque Stelle. Il Partito Democratico, conscio del momento particolarmente caldo per l'esecutivo, batte il ferro adesso che è caldo e attacca duramente quello che è stato fino ad ora l'operato del governo che ha unito Lega e Movimento Cinque Stelle negli ultimi mesi. Sulla pagina ufficiale del Partito Democratico è apparso un post che prova a mettere in cattiva luce l'operato dei ministri al servizio di Giuseppe Conte, mettendo in risalto quelli che sarebbero i dieci risultati ottenuti in dieci mesi.
"Risultato", naturalmente, è un termine utilizzato in maniera sarcastica ed ironica dato che gli obiettivi raggiunti e rilevati dal Pd non sono certo quelli auspicabili da alcun governo. Il post alla fine trova la firma del deputato 'dem' Luigi Marattin.
Occupazione e produzione industriale: per il Pd è allarme
Il focus del Partito Democratico e che vuole essere una critica feroce e diretta nei confronti del governo riguarda l'economia. Il primo traguardo raggiunto dall'esecutivo giallo-verde sarebbe la diminuzione del Pil che oggi pone l'Italia ad essere nuovamente in recessione dopo tre anni e mezzo di crescita. Uno 0,2% rilevato all'Istat. Altra nota dolente riguarda la decrescita riguardante la produzione industriale.
Il valore indice è passato a 114,4 a 99,9, facendo registrare un pericoloso -12,7%. Altri numeri allarmanti si registrano sul fronte occupazione dove oggi si conterebbero novantunomila occupati in meno. Al quarto punto c'è un riferimento particolare a quanti lavorano a tempo indeterminato, che con l'avvento del nuovo governo, sono calati di 53 mila unità, a favore dei contratti a tempo determinato indicati al punto numero cinque del post del Pd e aumentati di 32.000 unità.
Investimenti ed economia: non va meglio per il Pd
Dall'estero gli investimenti di portafogli sono diminuiti di 99,58 miliardi secondo la Banca d'Italia, mentre la fiducia delle imprese fa registrare una decrescita del 6,5%. Al punto numero otto torna a fare capolino lo spread che, passato da 120 a 240, può dunque considerarsi raddoppiato rispetto a quello che era il livello pre-elezioni.
A chiudere l'invettiva del Pd ci sono i riferimenti alla pressione fiscale che è in aumento dello 0,4% rispetto al 2018 secondo il Mef e gli investimenti pubblici sono destinati a diminuire i 1063 miliardi di euro rispetto al 2018 (dati provenienti dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio).
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