I militanti di Forza Nuova chiamano gad lerner ebreo, ma lui, come giusto che sia, non la prende come un insulto e risponde orgogliosamente: “Si, certo che sono ebreo”. L’episodio è accaduto ieri, sabato 23 marzo, nella cittadina toscana di Prato, dove gli attivisti del partito di estrema destra guidato da Roberto Fiore si sono dati appuntamento per manifestare, tra le altre cose, contro l’immigrazione clandestina. Secondo diverse fonti, i partecipanti alla ‘passeggiata’ organizzata dal gruppo accusato da più parti di essere neofascista non sarebbero stati più di 150.

Numeri che hanno suscitato l’ilarità di Lerner e di tutti gli altri intellettuali accorsi nella piazza pratese per gridare il loro no a quello che ritengono un rigurgito di fascismo.

La manifestazione di Forza Nuova

Nonostante le difficoltà affrontate per riuscire ad ottenere il permesso di manifestare, alla fine il corteo di Forza Nuova, se pur in versione ridotta e con un percorso modificato rispetto ai piani della vigilia, è riuscito a sfilare per le vie di Prato. Erano circa 150 i militanti presenti che, partiti dalla stazione del Serraglio, sono arrivati alla piazza del Mercato Nuovo allo scopo di ribadire la loro contrarietà all’immigrazione clandestina. Il loro motto resta sempre quello, storico, di ‘Dio, Patria e Famiglia’.

Il leader Roberto Fiore, poi, ha dichiarato che a Prato occorre “una forte presenza di FN”.

Il racconto di Gad Lerner

Nonostante l’inevitabile giornata di tensione, tutto sembrava essere andato per il meglio, fino a quando il giornalista Gad Lerner non è però salito sul palco ‘antifascista’ allestito proprio vicino alla piazza del Mercato Nuovo, dove era appena terminata la manifestazione di Forza Nuova.

“Sono voluto andare a vedere, qualche centinaio di metri più in là, la piazza, per fortuna semi deserta, nella quale si sono dati appuntamento i fascisti di Forza Nuova - ha raccontato il giornalista - Ero insieme ad altri colleghi, tra i quali Diego ‘Zoro’ Bianchi, Sandro Veronesi e siamo stati accolti da poche decine di individui che facevano il saluto romano e che poi non sono riusciti a trattenersi.

Riconoscendomi si sono messi a gridare ‘ebreo, ebreo, ebreo’. Io sono rimasto naturalmente impietrito, non sapevo cosa rispondergli e, alla fine, l’unica risposta che mi è venuta è stata ‘si, certo che sono ebreo’. E non avrei mai pensato nel marzo del 2019 - aggiunge con malcelata amarezza - nel Paese che mi ha accolto quando non avevo nazionalità, del quale sono diventato cittadino orgoglioso di esserlo, di dovermi giustificare in una pubblica piazza d’Italia oggi del fatto di essere nato ebreo. 80 anni dopo la promulgazione delle leggi razziali, questo accadimento so bene che si rivolge contro altri. Ritorna pari pari, come ieri contro gli ebrei, oggi contro i rom, gli arabi, i musulmani e gli africani, l’idea di fondare una nazione sull’esclusione dell’altro”.