Il Vicepremier Luigi Di Maio ha dichiarato che i soldi avanzati dal reddito di cittadinanza verranno inseriti in un progetto di sostegno alle famiglie, sul modello di quello francese. In questo modo il denaro verrà utilizzato per politiche sociali di sostegno e, si spera, sul lungo periodo potrebbe condurre anche a una nuova crescita demografica. Secondo le ultime stime, 'solo' il 68% circa di chi ha fatto domanda ha effettivamente i requisiti per ottenere il rdc, cosa che fa ben intuire quanto denaro possa essere accantonato e redistribuito in altri ambiti.
Di Maio: 'Avanzeranno centinaia di milioni da riassegnare al progetto di aiuto alle famiglie'
Il Vicepremier Luigi Di Maio, presente a Torino alla 'Casa delle tecnologie emergenti' (una sorta di base per sviluppare start-up e nuove tecnologie che si stabilirà proprio nel capoluogo piemontese), ha rilasciato importanti dichiarazioni per quanto riguarda il reddito di cittadinanza e i suoi costi effettivi. Secondo gli ultimi conteggi, le domande sono state circa 800mila e, di queste, il 68% dovrebbe essere accolto.
Per quest'anno i soldi stanziati per il rdc sono stati 5,6 miliardi di euro (saranno pagati nel periodo da aprile a dicembre, mentre l'anno prossimo, con la misura a regime, saranno stanziati 7,2 miliardi), ma si prevede che non tutto il denaro sarà utilizzato.
Per questo motivo Di Maio si è detto molto ottimista. Questi soldi saranno quindi redistribuiti con un progetto di sostegno alle famiglie sul modello di quello francese.
'Mettere in sicurezza il ceto medio'
Luigi Di Maio ha quindi proseguito spiegando che in Italia avviene un fatto curioso. Gli aiuti alle famiglie, nella fascia di reddito compresa tra 20mila e 50mila euro, crollano, a differenza degli altri Paesi dove invece hanno un andamento lineare.
Per questi motivi, in un momento di difficoltà economica come quello che si sta vivendo, il Vicepremier sostiene che occorre intervenire per mettere in sicurezza il ceto medio.
Sin dalla crisi del 2008, prosegue, queste fasce di popolazione sono andate impoverendosi progressivamente, perciò occorre aiutarle. Un sostegno sul modello di quello degli altri Paesi europei (Francia e Germania in primis, che hanno sistemi di sostegno estremamente organizzati) porterebbe quindi non solo a un miglioramento economico, di indubbia importanza, ma anche a garantire quelle condizioni che possano permettere una crescita demografica sul lungo periodo.
Essendo infatti l'Italia uno dei Paesi più 'anziani' e con un bassissimo tasso di nascite, c'è la necessità di trovare soluzioni per invertire questo processo, sino ad oggi apparso pressoché inarrestabile.