Pochi giorni e si arriverà ai giorni immediatamente successivi alle elezioni europee. Quello sarà il momento in cui si capirà quale sarà il destino del governo. In molti, da tempo,scommettono che quella fase dovrebbe rappresentare quella giusta per vedere crollare un esecutivo che si regge su un contratto ed è formato da due forze totalmente eterogenee. Negli ultimi giorni i toni tra Lega e Movimento Cinque Stelle hanno raggiunto livelli di dissidio a cui prima non si era mai arrivati. Non tutti però leggono la situazione nella medesima maniera: c'è chi ritiene si sia davvero arrivati vicini ad un punto di rottura, mentre altri ritengono si tratti di una pantomima finalizzata a demarcare la discontinuità la tra i due i partiti in ottica elettorale.
Per il momento, però, ci si deve limitare a prendere nota di dichiarazioni particolarmente colme di acredine, come ad esempio le ultime rivolte da Luigi Di Maio all'indirizzo di Matteo Salvini. Pensando alla buona fede si può tranquillamente evidenziare come, forse, stiano iniziando a volare gli stracci tra le due forze in campo.
Il paragone con Renzi potrebbe urtare Salvini
La parte in cui di Di Maio utilizza toni che, probabilmente, rischiano di infastidire maggiormente Salvini, è quella in cui lo paragona a Renzi, avversario per entrambi. Sotto la critica del vice premier grillino ci finiscono i modi del Ministro dell'Interno: "Non posso commentare prepotenza e arroganza che ricorda Renzi quando gli chiedevano di far dimettere la Boschi".
Di Maio, in particolare, non ama che questi toni vengono convogliati sul tema dell'immigrazione e a quel punto si scaglia contro la Lega: "E' in difficoltà per gli scandali di corruzione. Non ci sto partecipare a questo grande stratagemma per distrarre dalle emergenze del Paese"
La Lega, secondo Di Maio, non affronta il vero problema
Di Maio, quasi allineandosi a quello che è il pensiero politico degli avversari del governo, attacca il Carroccio, sottolineando l'intenzione di fossilizzarsi su problemi marginali come i migranti, per distogliere l'attenzione da quello che, invece, sarebbe la reale emergenza con la quale l'Italia dovrebbe combattere: la corruzione. Nelle ultime ore Salvini, dal canto suo, aveva rilanciato l'ipotesi che presto possa essere mandato in approvazione un decreto sicurezza bis, confidando, in maniera quasi polemica, sul fatto che nessun ministro del Movimento Cinque Stelle possa ostacolare l'iter di un provvedimento destinato ad aumentare la sensazione di sicurezza dei cittadini, inasprendo alcuni dei provvedimenti che erano contenuti nel primo decreto voluto fortemente dal Ministro dell'Interno.