A giugno arriveranno i tagli delle Pensioni che provengono da due provvedimenti distinti della legge di Bilancio. Il contributo di solidarietà sulle pensioni sopra i 100.000 euro lordi e la restituzione dei soldi percepiti in più nel primo trimestre 2019 da pensionati titolari di assegni sopra tre volte il minimo per via del cambiamento del metodo di perequazione delle pensioni. Tagli e prelievi forzosi che servono al governo per fare cassa e che secondo molti addetti ai lavori, servono per finanziare il reddito di cittadinanza e restando in materia previdenziale, per coprire parte della spesa statale di quota 100.
Giuliano Cazzola, noto esperto previdenziale, nonché giornalista, economista ed ex sindacalista, come riporta il quotidiano “Il Giornale” nella sua edizione digitale, ha usato parole molto critiche nei confronti dell’attuale esecutivo aprendo a scenari futuri negativi non solo per i pensionati. Infatti i tagli, i prelievi e quella che il quotidiano chiama “stangata”, presto si abbatterà anche sugli altri cittadini.
Un metodo facile per fare cassa
Il contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro è uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle, inserito nella legge di Bilancio e da giugno in funzione. Si tratta di un prelievo sulle pensioni che superano i 100.000 euro lordi e con aliquote progressive e a scaglioni, andrà a colpire la parte di pensione eccedente i 100.000.
Per Cazzola, la solidarietà forzosa e le indicizzazioni “sono il modo più facile che ha il governo per fare cassa”. Si va a colpire la parte di contribuenti più stabile e conosciuta al fisco, cioè quella dei pensionati, con prelievi sulle pensioni oggi in pagamento, che saranno devoluti sull’altare di quota 100. Infatti sempre secondo quanto dice Cazzola sulla pagina del quotidiano, la nuova perequazione su 7 fasce che ha sostituito quella su 3 scaglioni, produce risparmio per le case statali e questi risparmi vengono riversati nel capitolo di spesa di quota 100.
Anche il taglio relativo al contributo di solidarietà quinquennale che il governo ha varato per evitare un taglio lineare che avrebbe messo il provvedimento a rischio incostituzionalità è stato oggetto delle parole dell’ex sindacalista. Il contributo di solidarietà colpisce chi ha pensioni sopra i 100.000 euro, cioè sopra 52.000 euro al netto delle tasse.
Si tratta di una alquanto piccola percentuale di contribuenti che versano secondo le statistiche solo il 19% dell’Irpef totale incassata dallo Stato.
Norme discriminatorie
Le pensioni sociali e quelle di cittadinanza sono erogate a soggetti che hanno pochi contributi versati e come importi, in misura superiore ai versamenti previdenziali effettuati. Il contributo di solidarietà invece colpisce secondo Cazzola, “chi si è dato da fare nella vita e nel lavoro fino a conquistare per sé e la sua famiglia un discreto livello di benessere nel rispetto delle leggi vigenti”. Soggetti quindi che hanno versato molto in termini di previdenza e che adesso vengono discriminati e tacciati come privilegiati se non addirittura parassiti.
Restano comunque pochi i soldi che si andranno a recuperare con questi tagli. Ecco perché secondo Cazzola, ipotizzare una stangata che si abbatterà su tutti gli italiani e non solo sui pensionati non è esercizio azzardato. Incremento delle aliquote Iva e taglio alle tax expenditures sono fattori da tenere in considerazione in vista della prossima legge di Bilancio quando dopo l’aumento delle spese di questi ultimi mesi, il governo dovrà racimolare altri soldi per evitare che scattino le clausole di salvaguardia.