Mentre a viale Mazzini, almeno secondo quanto riportano le cronache giornalistiche, non si fa altro che parlare del presunto addio di Carlo Freccero alla direzione di Rai 2 a causa dei contrasti con l’amministratore delegato Fabrizio Salini, lo stesso Freccero pensa bene di pubblicare un lungo fondo sul quotidiano di sinistra Il Manifesto (ripreso dal blog infosannio) per spiegare cosa secondo lui voglia dire essere di sinistra al giorno d’oggi. Il ritratto dei ‘compagni’ che ne viene fuori e desolante, visto che il noto autore televisivo li accusa di troppo “buonismo” su temi sensibili come l’immigrazione, oppure di essere sempre “politicamente corretti”, di “accettare il pensiero unico” e di porsi addirittura come difensori dell’idea che le èlites, culturali e politiche, abbiano il compito di “guidare un popolo” considerato “ignorante e rozzo”.

Carlo Freccero smonta pezzo per pezzo la sinistra di oggi

Le ultime indiscrezioni di stampa danno Carlo Freccero come prossimo alle dimissioni dal ruolo di direttore di Rai 2. Il motivo, come scrive oggi Lettera43, risiederebbe nei continui scontri, in atto da mesi, con l’ad della tv pubblica, Fabrizio Salini (casi Sfera Ebbasta a The voice of Italy e Fabio Fazio trasferito proprio su Rai 2). Al posto dell’istrionico giornalista savonese dovrebbe sedersi, anche se si tratta solo di indiscrezioni, la collega Monica Satta. Ma Freccero sembra non essere molto interessato a una vicenda che lo riguarda da vicino, visto che stamattina il suo pensiero era rivolto a cosa significhi essere di sinistra oggi.

Per rispondere a questa domanda, il direttore ha vergato un lungo editoriale sul Manifesto, dicendosi subito stupefatto del “buonismo” dimostrato dai compagni sull’immigrazione. Una sinistra “in crisi” perché non ha ancora capito che la “democrazia” che crede di sostenere ormai è diventata troppo “elitaria”, o addirittura si è già trasformata in “oligarchia”.

‘I progressisti si sono arresi al neoliberismo’

Inutile cercare di parlare agli elettori “populisti” di Salvini o del M5S, se poi ci si “trincera nei luoghi comuni del politicamente corretto”. Secondo Carlo Freccero l’inizio della fine di quella che era la vera sinistra si è verificato con la “resa dei progressisti nei confronti del neoliberismo”.

Da quel momento, dopo la fine dell’onda partita nel 1968, solo “pensiero unico”. Insomma, “cos’è oggi essere di sinistra?”, si chiede Freccero. La risposta è articolata ma secca. Per prima cosa vuol dire “essere politicamente corretti”. Poi, cosa ancor più grave, “accettare il pensiero unico in maniera acritica” e, dulcis in fundo, “credere presuntuosamente che, in quanto detentrici del pensiero unico, le élites devono guidare un popolo ignorante e rozzo, irritante per la sua mancanza di educazione”. Per concludere, il neoliberismo non è “il migliore dei mondi possibili” come vuole farci credere il “pensiero unico” abbracciato oggi anche da quella che ancora si definisce sinistra.