Il presidente russo Vladimir Putin ha rilasciato una storica intervista al Financial Times, toccando temi importanti e rivelando punti di vista molto particolari. Innanzitutto ha dichiarato che la mentalità liberale che ha dominato negli ultimi anni sarebbe divenuta ormai obsoleta, poiché avrebbe aperto le porte ad un "insensato multiculturalismo". Di conseguenza, si è detto vicino alle politiche di Trump, ma ha ribadito che le presunte intromissioni russe nelle elezioni statunitensi sono soltanto un mito.

'I liberali non potranno più permettersi di dettare le regole'

A breve a Osaka, in Giappone, si terrà il G20. Per l'occasione, il Presidente della Russia Vladimir Putin ha concesso un'intervista al Financial Times. Innanzitutto il leader politico si è scagliato con convinzione contro l'approccio liberale mantenuto da tutti i governi occidentali che, a suo dire, sarebbe colpevole del dilagare di un insensato multiculturalismo. Questa mentalità, però, sarebbe stata bocciata da gran parte dell'opinione pubblica, e a dimostrazione di ciò vi sarebbero l'elezione di Trump e la Brexit (e, possiamo aggiungere, anche il vento nazionalista che spira un po' ovunque, soprattutto nel nostro paese).

Secondo Putin le politiche liberiste non potranno più dettare regole in futuro, giacché la maggioranza delle persone si è rivoltata contro immigrazione e apertura dei confini.

Per questi motivi, il leader russo non ha fatto mistero della sua preferenza per le politiche di Trump rispetto a quelle della Merkel. Quest'ultima, a suo modo di vedere, sarebbe colpevole di un'accoglienza a briglie sciolte di profughi siriani.

Nel corso dell'intervista, il presidente russo ha anche difeso il suo paese dalle accuse di omofobia, aggiungendo che non ci sarebbe alcun problema con la comunità LGBT.

Allo stesso tempo, però, ha accusato ancora una volta il pensiero liberale di aver introdotto un'eccessiva apertura alle diversità di genere. Secondo la sua visione, le tradizioni e i valori familiari andrebbero comunque difesi, poiché vanno a costituire l'ossatura di gran parte della popolazione globale.

'Durante la Guerra Fredda tutti si attenevano a delle regole'

Il giornalista Lionel Barber ha colto l'occasione per domandare se l'atteggiamento critico di Trump nei confronti degli alleati occidentali possa essere un vantaggio per la Russia. Putin ha replicato che, in realtà, i metodi utilizzati dal Presidente Usa non sempre gli piacciono, anche se riconosce al suo omologo un grande talento politico e la capacità di comprendere quali sono le aspettative degli elettori.

A questo punto ha specificato che le presunte interferenze russe nella vittoria di Trump sono soltanto "mitologia". A suo modo di vedere, l'approdo del tycoon alla Casa Bianca è soltanto conseguenza della sua capacità di saper leggere i bisogni della classe media colpita dalla globalizzazione.

In conclusione, il giornalista ha chiesto se il mondo oggi non sia più frammentato rispetto al passato. Su questo punto Putin si è mostrato preoccupato. Infatti ha spiegato che mentre qualche anno fa, quando era in corso la Guerra Fredda, tutti erano concentrati esclusivamente su quel problema, allo stesso tempo si attenevano a delle specifiche regole, mentre ora ognuno si muove in maniera molto più autonoma. Tutto ciò porta inevitabilmente ad un'effettiva frammentazione del mondo e ad una minore prevedibilità: "e questa è la cosa peggiore".