E' un 26 luglio in cui l'Italia si è risvegliata con una ferita dolente. Un servitore dello Stato, un Carabiniere, ha perso la vita dopo aver provato a bloccare dei malviventi. Gli sono arrivate delle pugnalate che hanno posto fine alla sua vita e da poco aveva conosciuto la gioia del matrimonio. Il fatto che i responsabili avrebbero origine nordafricana ha in un certo senso smosso la pancia del Paese e questo, secondo alcuni, come Roberto Saviano non dovrebbe diventare un pretesto per smuovere sentimenti razzisti. Lo ha evidenziato in un lungo post in cui ha voluto anche omaggiare la memoria del vice brigadiere Marcio Marcello Rega.
Saviano ricostruisce la dinamica
Roberto Saviano, prima di tuffarsi nell'analisi della questione, ha preferito ripercorrere le tappe che hanno portato al drammatico evento. L'incontro ravvicinato tra i Carabinieri e i responsabili dell'accaduto sarebbe stato il frutto di un accordo preso tra una donna, vittima del furto di una borsa con dentro il suo telefono cellulare, e chi glie l'aveva sottratta. Chiamando il proprio numero si era accordata per un così detto "cavallo di ritorno" in cui, dietro corrispondenza di una cifra, avrebbe riavuto tutti i propri documenti e tutto quello che era contenuto all'interno della propria borsa. All'incontro, però, si sono presentati i Carabinieri a cui era stata denunciata l'intera vicenda.
Tra loro c'era Mario Cerciello Rega. Otto coltellate non gli hanno lasciato scampo, ma che secondo Saviano rappresentano la prova che i militari avevano scelto di non presentarsi con le pistole spianate ma "con la prudenza del diritto; sono intervenuti per misurare le intenzioni di chi avevano di fronte e speravano magari di poter risolvere tutto senza colpo ferire".
Saviano lo ha elogiato e ha sottolineato come abbia imparato ad apprezzare i Carabinieri, vivendo da tredici anni in mezzo a loro e conoscendo i loro stress.
Saviano rifiuta la propaganda sulla vicenda
Il pensiero più duro, però, Saviano la riserva a chi, eventualmente, può essere pronto a speculare sulla vicenda. "La morte di Mario Cerciello Rega - ha evidenziato - è già territorio saccheggiato dalla peggiore propaganda".
A suo avviso si tratta di una vicenda che non può essere "usata come orrido strumento politico contro i migranti". E Saviano si scaglia sulla classe politica che è o sarebbe pronta a farlo, definendone i componenti "delinquenti politici che, per allontanare da sé i sospetti sui crimini commessi". A suo avviso si tratterebbe, inoltre, di una strategia precisa per sfruttare le debolezze o l'esasperazione di chi li ascolta per alimentare in loro quello che sarebbe un'inutile sentimento razzista.