"Addii da nababbi: Pensioni d’oro per Juncker e i suoi". È questo il titolo di un pezzo pubblicato dal Fatto Quotidiano, firmato da Andrea Valdambrini, in cui il quotidiano diretto da Marco Travaglio si cimenta nello snocciolare i numeri da capogiro delle pensioni e dei cosiddetti ‘paracadute’ spettanti ai membri uscenti della Commissione europea, ma anche agli europarlamentari. Secondo i calcoli del Fatto, il Presidente uscente della Commissione, Jean Claude Juncker, dovrebbe ricevere un assegno da non meno di 22mila euro (calcolando solo la pensione Ue, senza sommarla alle altre cariche ricoperte).
I suoi commissari, invece, compresa l’italiana Federica Mogherini, non dovrebbero scendere sotto i 18mila euro. Previste anche faraoniche indennità di transizione e vantaggiosissime opportunità per i semplici parlamentari di Strasburgo.
‘Eccellente pensione’ per Juncker, Moscovici, Dombrovskis e gli altri commissari
Secondo quanto riferito dal Fatto Quotidiano, i commissari Ue uscenti potranno godere tutti quanti di una “eccellente pensione”. Il giornale di Travaglio ha calcolato i loro assegni pensionistici partendo dagli attuali stipendi. Si parla, ovviamente, dei commissari più anziani, mentre per tutti gli altri è previsto un capiente ‘paracadute’. Quello che fino ad oggi ha guadagnato di più, ovviamente, è il Presidente Jean Claude Juncker che si mette in tasca il 138% dello stipendio del funzionario europeo con il grado più alto, ovvero circa 27mila euro.
Fatti due conti, al 64enne lussemburghese Juncker dovrebbe spettare una pensione europea di 22mila euro. L’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione, ruolo fino all’altro giorno ricoperto dall’italiana Federica Mogherini, con uno stipendio da 25mila euro non dovrebbe scendere sotto i 20mila euro quando raggiungerà l’età giusta (ora ha 46 anni).
Ma anche tutti gli altri 21 commissari, che attualmente possono godere di uno stipendio di 22mila euro al mese, non scenderanno sotto i 18mila di pensione.
Anche una indennità di transizione per ex commissari e parlamentari Ue
L’inchiesta del Fatto Quotidiano, però, non si sofferma solo sulle pensioni d’oro. Per i burocrati Ue, infatti, esistono anche altri tipi di facilitazioni.
Prima tra tutte una cosiddetta “indennità di transizione” che possa permettere ai commissari rimasti senza poltrona di tornare nel tradizionale mondo del lavoro: assegno dal 40 al 65% dello stipendio base di Bruxelles per 24 mesi per loro. Ma non è tutto, perché anche per i semplici europarlamentari è prevista una indennità transitoria che, nel loro caso, equivale al loro salario base mensile che ammonta a quasi 9mila euro lordi.