Matteo Salvini al Papeete beach. E' un argomento che continua a tenere banco nelle discussioni che si intersecano con la politica, perché sono in tanti a ritenere inaccettabile che un esponente del governo finisca per cantare l'inno nazionale nel bel mezzo di una discoteca all'aperto. Soprattutto da parte dell'opposizione sono arrivati attacchi molto duri. Un trend a cui non si è sottratto anche il numero uno del Partito Democratico. Con un post apparso sui suoi profili social ha scelto di attaccare in maniera molto dura il numero uno del Viminale, sottolineando come, invece di dare sfogo a istinti diversi ad quelli da Ministro, dovrebbe pensare maggiormente a quelle che sono le istanze che provengono da entità che fanno riferimento al suo ministero.

In particolare Zingaretti ha fatto riferimento a quelle che sarebbero precise richieste operate dalla Polizia di Stato.

Zingaretti definisce Salvini buffone

Il post su Facebook è arrivato alla vigilia del voto del Senato sul "decreto sicurezza bis". Il modo in cui Nicola Zingaretti etichetta le norme volute da Salvini la dice lunga su quello che è il suo pensiero, tenuto conto che lo definisce "decreto insicurezza". A spiegare questa definizione ci pensa lo stesso segretario del Partito Democratico che sottolinea come, a suo dire, Salvini non c'entrerebbe nulla con la "sicurezza". Una considerazione che nasce da un'accusa pesante rispetto a quella che è la politica leader leghista. "Con le paure - tuona il dem - Salvini ci campa".

Con riferimento, non specificato ma di difficile fraintendimento, alle ultime immagini di Salvini al Papeete Zingaretti va giù ancora più duro.

Lo invita a pensare agli operatori di polizia

Senza mezzi termini sostiene che "invece di fare - parole sue - il buffone" farebbe meglio a interessarsi di questioni importanti come quello relativo al contratto dei lavoratori delle forze dell'ordine che lui stesso dovrebbe firmare e che risulterebbe scaduto da duecento giorni.

A ciò aggiunge che dovrebbe occuparsi di quelle che sono le richieste degli operatori di polizia che, da tempo, lamentano il dover fare i conti con caserme sempre più fatiscenti e divise usurate. "Faccia il ministro dell'Interno - incalza - e non il giullare".

La chiosa, invece riguarda l'inno di Mameli cantato nell'ambito di un contesto da discoteca.

"Porti rispetto - tuona - per l'inno: in tanti hanno combattuto e sono caduti per difenderlo e onorarlo". Parole che certificano ancora una volta un certo disprezzo nei confronti del modo di agire del Ministro dell'Interno e certificano, qualora ve ne fosse stato bisogno, la distanza tra il Pd ed il leader della Lega.