Un nuovo terremoto politico arriva ad imbarazzare la presidenza americana e a scuotere le fondamenta del potere trumpiano. Dopo i tentativi falliti di mettere in stato d’accusa Donald Trump, quello relativo al famigerato dossier Russiagate e quello legato al licenziamento del capo dell’FBI Mueller, questa volta i democratici sembrano fare sul serio: la speaker della Camera Nancy Pelosi ha annunciato che presenterà una richiesta formale di Impeachment nei confronti di Donald Trump, questa volta accusato di aver esercitato pressioni sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

A lui "The Donald" avrebbe chiesto, in una telefonata del 24 luglio, di indagare per corruzione il figlio di Joe Biden, politico democratico e vicepresidente nell’amministrazione Obama. Ora che Joe Biden è considerato il candidato più probabile dei democratici per le prossime elezioni presidenziali del 2020, Trump viene accusato di aver violato la Costituzione, cercando di fare pressione su di un governo straniero al fine di poter sfruttare un argomento utile alla sua rielezione: con la prospettiva di minare la credibilità di Biden.

Trump è inoltre accusato di mancata collaborazione con il Congresso che chiedeva spiegazioni sulla telefonata con Zelensky, nella quale almeno otto volte avrebbe chiesto di indagare per corruzione la società nel cui cda sedeva il figlio di Biden.

Ora Trump sta valutando i suoi prossimi passi con i suoi avvocati, che gli avrebbero consigliato di fornire la trascrizione della telefonata per dimostrare la sua leale condotta.

Tutti gli impeachment dei presidenti USA

Sin dalla sua elezione nel 2016, il sogno - nemmeno tanto nascosto - di molti democratici statunitensi è stato quello di rimuovere a forza Donald Trump dalla Casa Bianca.

Vista come un’anomalia passeggera e mai presa completamente sul serio, i Dem hanno a lungo confidato che l’esperienza Trump - e tutto ciò che rappresenta il trumpismo - potesse essere archiviata mediante un colpo di mano istituzionale, mediante uno specifico dispositivo previsto dalla Costituzione Americana, il cosiddetto Impeachment.

In italiano si parlerebbe di messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica. Si tratta di un istituto giuridico con il quale il Congresso può chiedere che il presidente in carica sia destituito prima della scadenza del suo mandato se ritiene che debba essere giudicato per “tradimento, corruzione o altri gravi reati”. Finora soltanto due presidenti USA hanno subito un processo per impeachment: Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998. Entrambi assolti, hanno regolarmente completato il loro mandato. Nel 1974 Richard Nixon, invece, si dimise per evitare di subire l’impeachment a seguito dello scandalo Watergate.

Come si svolge una procedura di Impeachment

La Camera dei Rappresentanti, attualmente a maggioranza democratica, conduce una inchiesta propria da sottoporre all’attenzione dei deputati, i quali, a maggioranza semplice, decideranno se far procedere l’iter dello stato di accusa formale.

In caso di approvazione, la parola passa al Senato, i cui membri dovranno assistere al processo del presidente da una giuria guidata dal presidente della Corte Suprema. Nel caso due terzi dei senatori ritenessero Trump colpevole, questi decadrebbe dalla sua carica e verrebbe sostituito dal vicepresidente Mike Pence.

Durante la procedura di impeachment, il presidente rimane in carica, in virtù della presunzione di non colpevolezza. Le sanzioni previste sono la destituzione (removal from office), l’interdizione perpetua dai pubblici uffici (disqualification) mentre si ammette che l’ormai ex presidente possa anche essere giudicato dinanzi a un tribunale ordinario.

La reazione del presidente

“Witch Hunt” è stato il primo commento del presidente Trump, uso ai commenti a caldo diffusi a mezzo tweet in tutto il mondo.

Da New York, in cui si trovava per discutere con gli altri leader mondiali durante l’Assemblea Generale dell’ONU e per parlare, tra le altre cose, di clima (rimanendo però impassibile di fronte alla grinta di Greta Thunberg) Trump parla di “caccia alle streghe” contro la sua persona, nonché di “president harassment”, letteralmente “molestie al presidente”.

"Le azioni del presidente hanno violato la Costituzione. Nessuno è al di sopra della legge. Il presidente deve essere ritenuto responsabile per il suo tradimento alla sicurezza nazionale e all'integrità delle nostre elezioni", ha detto concisamente Nancy Pelosi davanti alle telecamere del mondo intero.

Per rimuovere Trump occorrerebbe una maggioranza qualificata dei senatori

Per portare a termine la procedura la Costituzione americana richiede una maggioranza qualificata dei due terzi dei 100 senatori, ovvero di 67 voti. Oggi i repubblicani ne hanno 53, i democratici 47 e quindi per rimuovere Trump serviranno tutti i voti dei democratici e almeno venti dei repubblicani: se Trump fosse ritenuto colpevole, non sarà dunque una decisione di parte, ma l’applicazione del principio dei pesi e dei contrappesi alla democrazia, nella migliore tradizione Politica anglosassone.

Di certo se Trump venisse destituito, sembrerebbe una vittoria per i democratici, anche se di certo questo caso sembra essere meno suggestivo del presunto e mai verificato alto tradimento nello scandalo Russiagate.

Se invece Donald Trump dovesse essere assolto, è probabile che questo azzardo si ritorcerà contro i democratici, e in specie contro Joe Biden, che ne risulterebbe indebolito agli occhi dell’elettorato liberal.