Un'archiviazione che, di fatto, suona come una vittoria di Libero quella che ha chiuso in partenza la querela sporta dal Presidente della Camera Roberto Fico nei confronti del quotidiano, noto per usare toni che spesso appaiono ruspanti e pungenti. Il giornale aveva infatti criticato Fico per aver reso visita all'ambasciatrice palestinese in Italia Mai Al Kaila: la critica riguardava il fatto che fosse andato a trovare una figura politica che, secondo Libero, è contraddistinta da due anime, una che racconterebbe agli italiani che le ragioni palestinesi nei confronti delle note vicende storiche con Israele sarebbero caratterizzate dalla non violenza, l'altra che arriverebbe addirittura a santificare come martiri i terroristi palestinesi autori di sanguinosi attentati.
Fico definito presidente della 'Camera a gas'
Ciò che aveva spinto Fico a querelare Libero erano diversi punti dell'articolo in cui si raccontava la vicenda, a partire dal titolo in cui si leggeva: "Fico si avvicina ai terroristi palestinesi. Contento lui...". Una frase che da sola racconta quali sarebbero stati i motivi per i quali il Presidente dalla Camera avrebbe considerato diffamatorio il pezzo in cui si parlava del suo incontro con l'ambasciatrice palestinese.
Altro elemento che ha spinto Fico alla querela era l'etichetta che gli si dava, quella di "presidente della Camera a gas", un concetto che, associato a quello di Palestina e Israele, rischiava di richiamare le tragiche vicende della Shoah.
Secondo quanto riporta Libero, il direttore Feltri avrebbe provato a spiegare che si trattava semplicemente di una metafora finalizzata a esprimere come Montecitorio si fosse tramutato "in un luogo invivibile dove ormai la democrazia fosse condannata".
Fico, inoltre, avrebbe ritenuto insultante la definizione di "sandinista del Vomero".
Libero: 'Ci è andata bene'
Libero, incassata l'archiviazione il 17 settembre, non ha mancato poi di pubblicare qualche passaggio della sentenza che spiega la decisione da parte del giudice di archiviare la vicenda. L'articolo scritto da Libero sarebbe "legittima espressione del diritto di critica", non ravviserebbe gli estremi per "una aggressione alla sfera morale altrui" e ha come presupposti le informazioni fornite in un approfondimento precedente.
L'espressione "sandinista del Vomero" non è stata ritenuta insultante in virtù alla costante ispirazione a principi rivoluzionari che animerebbero apertamente il Movimento Cinque Stelle. La definizione di "presidente della Camera a gas", invece, non sarebbe stata ritenuta come funzionale a creare qualche tipo di nesso con lo sterminio degli ebrei.
Libero, nel commentare la vicenda, ha avuto modo di redigere un articolo in cui sottolinea di non avere mai avuto dubbi rispetto al fatto di avere ragione, ma si manifestavano perplessità rispetto alla possibilità che questo bastasse per avere "giustizia". "Ci è andata bene" è stata la chiosa del pezzo che ha salutato con soddisfazione l'archiviazione della vicenda.