Ieri i lavoratori dell'ex-Embraco, oggi Ventures Production, si sono dati appuntamento davanti al Mise a Roma per manifestare, chiedendo chiarezza al Ministro allo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli sul futuro dell'azienda. Alla manifestazione si è fatto trovare anche l'ex responsabile del Mise, prima di Di Maio e Patuanelli, ovvero Carlo Calenda, che munito di megafono ha arringato la folla di lavoratori, riproponendo la strada già intrapresa ai tempi in cui era Ministro per risolvere la crisi dell'azienda.

Calenda e Embraco: come siamo arrivati fin qui

Carlo Calenda fu Ministro dello Sviluppo Economico nei Governi Renzi e Gentiloni e affrontò tra le altre anche la crisi dell'Embraco, sulla quale arrivò ai ferri corti con la dirigenza che del gruppo Whirlpool, che controllava l'azienda ed intendeva trasferire la produzione in Slovacchia lasciando a piedi i circa 500 dipendenti dello stabilimento italiano.

L'allora Ministro Calenda chiedeva alla dirigenza di trasformare i licenziamenti collettivi annunciati in cassa integrazione guadagni, così da prendere tempo e poter approntare soluzioni. Davanti alla reticenza a trattare del management Whirlpool che intendeva procedere con i licenziamenti e la delocalizzazione, Calenda aveva optato per la collaborazione con Invitalia (Agenzia Nazionale per lo sviluppo d'impresa) al fine di trovare nuovi investitori e di gestire il fondo anti-delocalizzazioni, finanziato dal CIPE.

A giugno 2018, quando Di Maio era da poco Ministro, i lavoratori dell'Embraco sono passati sotto la società israelo-cinese Ventures Production, con un piano di rientri che prevedeva il completo riassorbimento delle maestranze. Purtroppo, ad oggi ancora molti lavoratori non sono stati reinseriti e il futuro appare incerto. Sindacati e lavoratori chiedono risposte per salvare i 409 posti di lavoro rimanenti.

Calenda: il battibecco con un dipendente dell'ex-Embraco

Calenda, da sempre molto critico sulla gestione del caso Embraco da parte di chi gli è succeduto al ministero, ieri è intervenuto al presidio a Roma affermando che la strada intrapresa finora "è completamente sbagliata" e rivendicato la strategia messa a punto ai tempi in cui era al Mise.

"Bisogna reinserire il fondo anti-delocalizzazioni" e l'azienda va fatta "comprare e rilevare da Invitalia". Non tutti i manifestanti però sono apparsi entusiasti dell'intervento di Calenda, in particolare uno gli si è sovrapposto con la voce, criticandolo duramente e gridandogli: "Se sono qui è per colpa tua, vergognati!" e "hai 409 lavoratori sulla coscienza", rinfacciando all'ex-Ministro la gestione della crisi. Calenda però gli ha risposto per le rime: "Stai zitto, se non c'ero io eravate tutti licenziati" e ribadisce la sua linea: "Fatela prendere da Invitalia domani, perché tutto il tempo che va avanti è sprecato".