Matteo Renzi ha scritto una lettera al Corriere della Sera, criticando fortemente il Def, presentato dal Presidente Conte e dal ministro Gualtieri. Ci vuole più coraggio per la riduzione del cuneo fiscale e la detassazione del lavoro, ha detto l'ex sindaco di Firenze. Al contrario, nella proposta di Gualtieri, ci sarebbero solo 2,5 miliardi di euro. Cioè: “solo spiccioli”.
Renzi scrive che l'abbassamento delle tasse e, di conseguenza, del costo del lavoro è indispensabile perché gli imprenditori investano. Una verità su cui tutti i governi passati hanno, a parole, aderito.
Nei fatti, invece, Renzi si è vantato di averlo fatto soltanto lui, nel triennio 2015-2007. In tale periodo, secondo l'ex Presidente del Consiglio, la riduzione del cuneo fiscale sarebbe stata di oltre 22 miliardi l'anno, tenuto anche conto dell'operazione 80 euro, della decontribuzione contenuta nel 'jobs act' e della riduzione dell'Irap.
Secondo Matteo Renzi la soluzione è ridurre la spesa per beni e servizi
È la seconda volta in pochissimi giorni che Renzi critica ferocemente la manovra economica in corso di definizione. Anche pochi giorni fa aveva sparato a zero, avendo avuto sentore di un possibile aumento selettivo dell'Iva. "L'aumento dell'Iva va evitato senza se e senza ma", aveva tuonato.
Così Conte e Gualtieri, a quanto pare, avevano dovuto fare marcia indietro.
Nella sua lettera al Corriere, il leader di Italia viva ha rivendicato ai ministri del suo partito, Teresa Bellanova e Luigi Marattin il merito di aver evitato tale aumento, con il supporto delle associazioni di categoria. L'aumento dell'Iva, sempre secondo Renzi, e il conseguente aumento dei consumi, sarebbe stato un inaspettato assist per Matteo Salvini.
Anche se, a dire il vero, l'aumento selettivo previsto da Gualtieri era limitato a pochi beni di lusso.
Renzi ha anche scritto al giornale milanese quale secondo lui sarebbe la soluzione per la quadratura dei conti: la riduzione della spesa per beni e servizi. Ai tempi del suo governo – ha proseguito nella lettera – la spesa si attestava sui 135 miliardi.
Progressivamente è poi salita a 150, così come prevista nel def 2010-2022 di Conte e Gualtieri. Riportando la spesa sui livelli del suo governo, ecco che si libererebbero risorse per la riduzione del cuneo. Inoltre, a suo parere, si potrebbe rinegoziare buona parte del debito pubblico, allungandone la scadenza.
Infine l'ex presidente del Consiglio, ha voluto levarsi il gusto di beccare ancora una volta il predecessore Enrico Letta, da lui scalzato dalla poltrona di Palazzo Chigi. Nell'ottobre 2013 – ha ricordato – il governo Letta, in un periodo di forte stagnazione, ha aumentato l'Iva. L'Italia ne starebbe ancora pagando le conseguenze.
Matteo Renzi suscita le reazioni di Enrico Letta e del presidente del Consiglio
Enrico Letta, chiamato in causa, ha subito risposto al suo ex collega di partito, intervenendo alla trasmissione “L'aria che tira”. Si è sentito in dovere di dare “un consiglio non richiesto” a Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti, cioè i maggiori azionisti del nuovo governo. Le uscite di Renzi, secondo Letta, manifesterebbero l'intenzioni di dissotterrare l'ascia di guerra. Poiché però sono Conti e Zingaretti ad avere il coltello dalla parte del manico, facciano capire a Renzi che un “Vietnam quotidiano” condurrebbe direttamente alle elezioni anticipate “ancor prima di mangiare il panettone”.
Nemmeno Giuseppe Conte è rimasto in silenzio di fronte alle “esternazioni” di Renzi.
Il suo intervento, però, alle celebrazioni in onore di San Francesco, ad Assisi, è stato meno polemico e più centrato sui punti della questione. Prima ha auspicato un gioco di squadra da parte di tutte le componenti della maggioranza. Poi ha respinto le critiche del leader di Italia Viva, sostenendo che i 20-30 euro a favore dei lavoratori previsti nella sua manovra non sarebbero “spiccioli” per chi ne ha bisogno. Sull'Iva, poi, diversamente da quanto sostenuto da Renzi, non ci sarebbe stata alcuna marcia indietro.
A proposito dell’Iva: “Mistificare la realtà è gravissimo. Bisogna stare attenti, con gli italiani non si scherza”. All'epoca, Renzi ha dato di più - ha proseguito il Presidente del Consiglio - ma il quadro finanziario che, a suo tempo, aveva a disposizione era molto più favorevole.
Infine ha scoccato la sua freccia: “Mistificare la realtà è gravissimo. Bisognerebbe che tutti i politici lo imparino”. Dietro le quinte, pare che per evitare il ricatto renziano delle elezioni, si stia preparando una legge elettorale non proprio favorevole al nuovo partito di Renzi. Ma quest'ultimo, ha sempre la facoltà di staccare la spina al governo prima che ciò accada.