Il Premier Giuseppe Conte è stato chiamato a rispondere davanti al Copasir, Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, in merito all'indagine sugli incontri tra i vertici della Giustizia Usa, rappresentati dal ministro William Barr ed i servizi segreti italiani; in particolare si voleva fare chiarezza sul motivo per cui Giuseppe Conte ha autorizzato, sia ad agosto di quest'anno che a settembre, degli incontri così significativi per l'Italia, senza avvisare nessuno, in completa e totale riservatezza. Il sospetto è che gli americani volessero ottenere notizie scottanti sul Russiagate che coinvolgerebbe il Presidente Donald Trump.
Giuseppe Conte ha chiarito questo punto sottolineando come la delega ai servizi segreti sia compresa nel ruolo di Presidente del Consiglio e, per questo motivo, non era tenuto ad avvertire nessuno. Ma sono molti gli interrogativi che restano aperti e che destano perplessità nel mondo degli opinionisti.
I fatti che hanno preceduto l'indagine Copasir
La lunga vicenda, piena di interrogativi ed ombre, che ha portato a quello che accade in questi giorni, parte dalla primavera-estate del 2016, Governo Renzi, fino al marzo 2017, Governo Gentiloni; un certo professore della Link University, a Roma, tal Joseph Mifsud, avrebbe segnalato a Papadopoulos la presenza di un carteggio di email che potevano dimostrare il tentativo di screditare l'allora candidata Hilary Clinton alle elezioni presidenziali americane, poi vinte da Trump.
Tuttora non è stato chiarito se la manovra avesse l'intenzione di danneggiare Hilary, dunque a favore di Trump, o invece costruita ad arte per danneggiare Trump, a favore della Clinton.
Il fatto che questo movimento di email sia stato segnalato a Mifsud da una sua studentessa, proprio a Roma, dove il professore insegnava e viveva, ha portato gli statunitensi ad indagare sulla nostra nazione, anche perché, ad aggravare tutta la penosa situazione, c'è anche la scomparsa del professore stesso, che nessuno ha più visto né sentito.
George Papadopoulos, che all'epoca era consulente nella campagna elettorale di Trump, in un'intervista aveva chiaramente accusato l'allora premier Matteo Renzi, di aver orchestrato tutta la faccenda delle mail per danneggiare Trump, e Renzi lo aveva minacciato di querela; a quella minaccia Papadopoulos aveva risposto: "Bene, così finalmente faremo chiarezza!"
La chiarezza di cui parla Papadopoulos dovrebbe arrivare a breve dal rapporto di Barr e Durham, che conterrebbe tutte le mezze spinose verità fin qui sospettate, finalmente documentate in tutta la loro tragicità.
Sembrerebbe infatti, che il professore maltese Joseph Mifsud abbia chiesto protezione in Italia per aver rivelato l'origine delle email compromettenti, il tutto registrato in un nastro audio che i due americani potrebbero aver ascoltato.