Il fondatore del nuovo partito "Italia Viva" Matteo Renzi si è preso la scena Politica delle ultime ore dichiarando di volersi tutelare dalle numerose accuse infamanti sul suo conto e sul conto della sua Fondazione Open, perché a suo dire prive di fondamento. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, anzi, le gocce, sono stati in questi giorni i numerosi articoli che stanno navigando a mare aperto tra i flutti dell'inchiesta che riguarda la Fondazione Open, in particolare le accuse di aver utilizzato le donazioni alla Fondazione a scopo personale, per l'acquisto di automobili, Vespe, ed una magnifica villa dal valore di un milione di euro.

"Ora basta", ha dichiarato Renzi, specificando che per ognuno degli acquisti menzionati dai suoi detrattori, lui ha a disposizione fatture, conti emessi, persino tutte le rate pagate con un proprio mutuo accesso a suo nome. "Anzi", ha continuato il leader di Italia Viva, "con le azioni penali che sto intentando ci pago il 70% della mia villa"!

Nell'inchiesta Open anche altri indagati di rango ed imprenditori toscani

Nel mirino degli inquirenti, riguardo all'inchiesta Open, ci sarebbero altri cinque indagati, una società con sede in Lussemburgo, aziende e società con varie sedi in Italia, ed altri imprenditori toscani; fra i cinque indagati ci sono l'Avvocato Alberto Bianchi di Pistoia, che ricopriva la carica di presidente della stessa fondazione, e l'imprenditore Marco Carrai, di Firenze, che faceva parte del Consiglio d'Amministrazione.

I reati ipotizzati vanno dal riciclaggio all'autoriciclaggio, traffico di influenze illecite, finanziamento illecito ai partiti, accuse tutte da dimostrare, sempre con i tempi che la giustizia italiana adopera solitamente. Questa inchiesta ha fatto partire una serie di "approfondimenti" ad hoc, su varie testate giornalistiche, con dichiarazioni, a detta di Renzi, che possono essere definite solo calunnie e diffamazioni.

L'ex premier fiorentino ha dichiarato di aver fatto partire già diverse denunce: "Questo è un attacco diretto alla democrazia, dato che qualcuno sta già scoraggiando le aziende a fare donazioni alle fondazioni", e ancora: "Sono stati divulgati i miei documenti privati e personali"! Anche Luca Lotti ha preso le parti di Matteo Renzi nella vicenda, sottolineando che per ognuna delle operazioni di cui si parla nell'inchiesta, esiste una tracciabilità chiara e trasparente, e lo dice da ex membro del Consiglio d'Amministrazione, dopo che alcuni quotidiani lo hanno inserito nell'elenco degli indagati dell'inchiesta Open, senza che egli ne sappia alcunché.

Lo studio legale che rappresenta Matteo Renzi ha confermato le sue dichiarazioni, spiegando che una denuncia riguarda Marco Travaglio, per le sue affermazioni infamanti, le altre riguardano testate giornalistiche, per rivelazione di segreto bancario o istruttorio.