Il fenomeno delle 'sardine' è un tema che sta diventando preponderante in diversi talk televisivi. Nel corso di 'Otto e mezzo' a confrontarsi sul cosa stia muovendo così tante persone nel manifestare il proprio dissenso verso, ad esempio Matteo Salvini, si sono confrontati tre opinionisti della scena politica: il giornalista Alessandro Sallusti, il filosofo Massimo Cacciari e l'esponente del Partito Democratico Massimo Cuperlo. Quest'ultimo ha manifestato apprezzamento per il fatto che così tante persone si muovano per dei valori, l'ex sindaco di Venezia ha parlato della possibilità che questi movimenti aumentino il disordine e il giornalista ha alimentato il sospetto che siano movimenti che traggano radici nel Partito Democratico.
Da parte di tutti e tre è, però, emersa una velata critica proprio nei confronti del maggiore partito italiano di centrosinistra.
Per Cacciari sono simbolo delle democrazie europee
Nei confronti delle sardine risulta critica la definizione che dà Massimo Cacciari. Le descrive come "l'epifenomeno di un malessere radicale delle democrazie europee e da leggere con serietà". "La sinistra - ha tuonato l'ex sindaco di Venezia - deve mettere insieme un programma che raccolga, con una logica di governo, queste diverse istanze". L'allarme di Cacciari è soprattutto per il futuro quando potrebbero moltiplicarsi fenomeni di questo tipo: "Esploderanno una volta a destra, una volta a sinistra e una volta al centro in modo disordinato, aumentando il casino generale che regna nelle democrazie europee".
Cuperlo ha invece modo anche di lodare il coinvolgimento popolare ottenuto, ad esempio, con la manifestazione di Bologna: "Se la piazza di giovedì a Bologna l'avesse convocata il mio partito, non ci sarebbe stata tutta quella gente". "È un fatto positivo - ha evidenziato - che decine di migliaia di persone escano di casa la sera e vadano lì per difendere dei valori e dei principi".
Sallusti il più critico verso le sardine
Alessandro Sallusti, invece, ha dato al popolo delle sardine la definizione di 'fasciocomunistelli', un'etichetta che vuole sottolineare l'estremismo dettata da quello che sarebbe qualche voce discutibile nel loro documento fondativo. "Sono rimasto molto perplesso. La Lega ha diritto di parola, ma non di ascolto.
Negare un diritto di ascolto è una cosa da fasciocomunistelli".
"Non ce la contano giusta - ha proseguito il giornalista - secondo me sono sardine allevate nell'acquario del Partito Democratico". Una considerazione che scatena una reazione singolare da parte degli altri due ospiti, Cacciari e Cuperlo. Entrambi, infatti, si trovano ad esclamare: "Magari". Probabile che la considerazione fatta è che, in questo momento, il Pd farebbe fatica ad ottenere lo stesso successo e coinvolgimento.