Aldo Grasso è uno dei più influenti critici della televisione italiana e con i suoi scritti sul Corriere dalla Sera ha spesso modo di pungere in maniera dura i prodotti televisivi quando non li ritiene all'altezza. Quando, però, c'è da analizzare un programma che si occupa di argomenti politici, risulta inevitabile arrivare a trattare discorsi che sconfinano in aspetti sociologici. Non fa eccezione la dura critica che ha riservato a Mario Giordano e alla sua trasmissione "Fuori dal coro": il giornalista, in un editoriale apparso sull'edizione online del Corriere, non ha avuto particolari peli sulla lingua nel parlare di un collega che, nel proprio programma, a suo dire clowneggia (termine utilizzato) ed è specchio fedele del Paese.

Parole che sono, probabilmente, destinate a far discutere l'opinione pubblica.

Lo share è discreto

Mario Giordano è da tempo sulla cresta dell'onda televisiva. Non a caso nel suo articolo Aldo Grasso ricorda come, quasi in maniera paradossale, colui che oggi è spesso oggetto dei suoi attacchi, ossia Gad Lerner, lo aveva portato al Tg 1. Sottolinea, inoltre, come al momento, sotto il piano strettamente legato agli ascolti, Rete 4 abbia trovato un prodotto che funziona e che oggi vale il 5,5% di share. Cita alcuni dei passaggi che, negli ultimi giorni, sono divenuti mirali, come ad esempio la scena in cui manifestava la scarsa voglia di festeggiare Halloween distruggendo zucche con una mazza da baseball.

Tuttavia, facendo cenno a quella che è stata la sua storia televisiva, ricorda come come lo si ricordi "scavallare - narra Grasso - da una direzione all'altra di qualche testata Mediaset, ma sempre in nome del populismo e sovranismo". Termini, questi ultimi due, che in più casi sono stati associati alla direzione politica intrapresa dalla Lega di Matteo Salvini e da Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni.

Giordano, secondo Grasso, è come il popolo

Il suo stile di conduttore particolarmente coinvolto dalle vicende che narra, al punto da rendersi protagonista di scene che diventano virali, rappresenta per Grasso una sorta di "sgarbismo di seconda mano, funarismo di ritorno, wannamarchismo funzionale". Grasso, giocando sul nome della trasmissione, pone in evidenza il fatto che, nella sua opinione, Giordano è tutt'altro fuori dal coro.

Cita Maurizio Crippa quando definisce Mario Giordano "prototipo dell'elettore medio padano e medio cattolico di oggi". Nella ricostruzione Aldo Grasso evidenzia come Giordano "clowneggia perché il popolo, è come lui. E questo è il vero orrore". Parole che suonano come una critica neanche troppo velata nei confronti del giornalista e della trasmissione Mediaset.