La data cerchiata in rosso per la politica italiana è quella del prossimo 26 gennaio. In quel giorno, infatti, i cittadini dell'Emilia Romagna saranno chiamati a scegliere il loro nuovo governatore e, soprattutto, la direzione politica del futuro governo regionale. Si tratterà, secondo molti addetti ai lavori, di un passaggio cruciale per gli interi scenari della politica italiana, dopo che il centrodestra è riuscito ad espugnare una storica roccaforte rossa come l'Umbria. Bissare l'impresa in un altro territorio a forte connotazione 'rossa', aprirebbe scenari nuovi anche sul fronte nazionale.
A due mesi dall'appuntamento, fioccano i sondaggi. In particolare, quello presentato da Quarta Repubblica, trasmissione di Rete 4, e svolto da Tecné, parla di un equilibrio tale da immaginare addirittura un duello all'ultimo voto tra l'uscente Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni.
Borgonzoni e Bonaccini alla pari
Al momento occorre precisare che l'orientamento del Movimento Cinque Stelle è quello di non riproporre l'esperimento fallito in Umbria e, pertanto, non ci dovrebbe essere il supporto grillino al candidato Bonaccini. Secondo i sondaggi Tecné, quest'ultimo, che è il governatore uscente, si troverebbe ad avere praticamente la stessa percentuale di Lucia Borgonzoni. Ad entrambi viene accreditato 45%.
L'eventuale candidato pentastellato è accreditato dell'8% Al momento, l'intenzione del M5S sembra essere quella di non sostenere il candidato del centrosinistra come avvenuto in Umbria..
M5s potrebbe diventare ago della bilancia
Il sondaggio Tecné non ha mancato, tuttavia, di valutare come sarebbero alterati gli equilibri qualora, contrariamente a quanto preventivato oggi, il Movimento Cinque Stelle decidesse di appoggiare il candidato del centrosinistra.
Come in Umbria, accadrebbe che il potenziale elettorato grillino finirebbe per spaccarsi. Lo farebbe, però, in maniera impari. In quel caso, infatti, a Bonaccini viene accreditato il 50,5%, mentre a Lucia Borgonzoni viene riconosciuto il 47,5%. Le notizie, in questo caso, sarebbero due. La prima è che il candidato uscente del centrosinistra avrebbe la strada più semplice verso la vittoria e la maggioranza assoluta.
La seconda, è che l'elettorato del Movimento Cinque Stelle non si convoglierebbe nella sua interezza verso quel centrosinistra che rappresenta, attualmente, l'alleato di governo. Un terzo degli elettori del Movimento Cinque Stelle appoggerebbe il centrodestra. Si tratta, naturalmente, di sondaggi che, a due mesi dalle elezioni potrebbero essere oggetto di fluttuazioni importanti in termini percentuali.