Dopo l'approvazione in via definitiva della legge sul taglio dei parlamentari, avvenuta l'8 ottobre scorso, i promotori del referendum confermativo hanno raggiunto il quorum di 64 firme dei senatori, come previsto dall'articolo 138 della Costituzione, a sostegno della consultazione popolare. In questo tipo di referendum non occorrerà raggiungere il quorum degli elettori, in quanto si confermerà o meno la legge costituzionale in questione. Di conseguenza viene sospesa l'entrata in vigore della legge, prevista per gennaio. Tra le personalità che hanno firmato per promuovere il referendum figurano Emma Bonino e Carlo Rubbia.

Cosa prevede la legge costituzionale sul taglio dei parlamentari

Martedì 8 ottobre 2019, la Camera dei Deputati approvò quasi all'unanimità la riforma del taglio dei parlamentari con 553 voti a favore, 14 contrari e 2 astenuti. A favore dei si, si schierò tutta la maggioranza composta dal M5S, PD, Iv e Leu, ma anche l'opposizione con Lega, Fi, e Fdi

La riforma prevede la riduzione di un terzo del numero dei parlamentari, passando dagli attuali 945 a 600. I deputati saranno da 630 a 400 e i senatori caleranno da 315 a 200. Si ridurrà anche il numero dei parlamentari che vengono eletti all'estero, che passeranno da 12 a 8 alla Camera e da 6 a 4 al Senato.

Il risparmio economico che si avrà da questa riduzione dei parlamentari sarà di circa 81,6 milioni di euro tra Camera e Senato.

Ma questa riforma che è il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, assume anche un valore simbolico, legato all'eliminazione degli eccessi, dei malfunzionamenti delle istituzioni fino alle spese superflue, argomenti molto sentiti dai cittadini.

L'intreccio del referendum sul taglio dei parlamentari e la riforma della legge elettorale

Uno degli effetti del raggiungimento del quorum previsto dall'articolo 138 della Costituzione, è la riforma della legge elettorale.

Secondo indiscrezioni, la mancata promulgazione a gennaio della legge sul taglio dei parlamentari, potrebbe facilitare l'ammissione presso la Corte Costituzionale del referendum chiesto dalle Lega per modificare il Rosatellum bis, lasciando il maggioritario per i collegi uninominali.

In merito la Corte si pronuncerà il 15 gennaio e se dovesse dichiararlo ammissibile, in primavera si terranno due consultazioni: un referendum costituzionale - confermativo senza quorum e uno abrogativo con il quorum.

Per il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla domanda se il referendum influenzerà l'agenda di governo, ha precisato che questo non avverrà. Per il leader della Lega, Matteo Salvini, nonostante abbia votato a favore del taglio dei parlamentari, il referendum è sempre la scelta migliore. Da parte di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia lavorerà per il si, in coerenza con quanto votato in Parlamento. Della stessa posizione è Forza Italia, nonostante alcune criticità come il fatto che non si è intervenuti sull'efficientamento dell'attività legislativa e sulla rappresentatività: ci saranno Regioni che potrebbero non avere un rappresentante di opposizione in Parlamento.