Tornano a farsi sentire gli invalidi civili italiani, indignati dal misero trattamento economico riservato loro dallo Stato italiano, forse poco incline a ricordare le promesse fatte a queste persone.
Negli ultimi anni, le maggiori forze politiche del Paese, hanno più volte promesso interventi concreti in favore dei cittadini disabili, qualcosa che andasse al di la dell'eliminazione delle barriere architettoniche, che resta comunque una cosa giusta e sacrosanta. Erano stati promessi interventi finanziari, in poche parole: l'aumento della loro pensione di invalidità.
Evidentemente si è trattato di promesse elettorali, senza un reale peso, che puntualmente puntualmente sono state disattese e che hanno contribuito all'attuale clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni.
I motivi della protesta
Gli invalidi civili italiani, con percentuale di invalidità legalmente riconosciuta dalle commissioni mediche, compresa tra il 75% ed il 100%, e privi dell’integrazione economica garantita dalla famosa legge 104 (il famoso assegno di accompagnamento), percepiscono ad oggi la somma di circa 285,00€ al mese, per 13 mensilità. Ciò significa che, lo Stato italiano, ha stabilito che una persona malata, diversamente abile, può vivere con circa 10,00€ al giorno, ossia con una cifra che nella realtà non basta neppure a garantire un singolo pasto decente.
I pochi, pochissimi, invalidi che percepiscono l’integrazione del loro assegno a 780,00€ al mese, grazie al Reddito di Cittadinanza, percepiscono tale cifra solo perché in possesso dei normali requisiti richiesti a tutti gli italiani, e non per la loro condizione di invalidità. Per questo motivo, il giorno 13 febbraio 2020, gli invalidi civili manifesteranno a Roma, in Piazza Montecitorio, sfidando il freddo e le loro evidenti difficoltà personali, per dire basta ad una condizione che, evidentemente, non riescono più né a sopportare né a tollerare.
La protesta è partita da alcune pagine Facebook dedicate all’invalidità civile, gli organizzatori non sono associazioni nazionali ma semplici persone che hanno deciso di prendere in mano la situazione, creare delle locandine e reclutare partecipanti da tutta Italia, organizzando logisticamente persino gli spostamenti, resi più difficoltoso proprio dalla condizione di disabilità dei manifestanti.
In pochi giorni le locandine hanno fatto il giro del social network più famoso del mondo, raggiungendo migliaia di persone e riscuotendo un grande consenso. Soprattutto, però, l’iniziativa riaccende i riflettori su un problema che troppo a lungo sembra essere stato ignorato, un problema che probabilmente non sarebbe dovuto sussistere, perché se è giusto sostenere con il reddito di cittadinanza gli italiani in difficoltà, ma in salute, a maggior ragione dovrebbe essere giusto sostenere la fascia più debole della popolazione, gli invalidi civili.