Il caso Gregoretti continua ad impensierire Matteo Salvini e a mettere benzina nel motore della critica dei suoi avversari politici. Secondo alcune indiscrezioni pubblicate dall’agenzia Ansa, e riprese da tutti i maggiori organi di stampa, il leader della Lega avrebbe intenzione di cambiare strategia difensiva, in caso l’aula del Senato dovesse decidere di mandarlo a processo per il presunto sequestro sulla Gregoretti di un gruppo di migranti nel luglio scorso. La tesi difensiva del capitano leghista dovrebbe essere, secondo quanto si apprende, quella di puntare tutto sul fatto che la nave militare italiana fosse un “posto sicuro” e che fosse stato lui stesso ad autorizzare il soccorso in mare dei profughi.

Le lentezze nello sbarco sarebbero poi state provocate anche dalla necessità di verificare se a bordo ci fossero persone pericolose, come segnalato dal governo tedesco. Una linea di difesa criticata aspramente da Cathy La Torre, avvocata di Yassin, il ragazzo bolognese ‘vittima’ della citofonata di Salvini, la quale ha commentato sui social con un laconico “oltre il patetico e più”.

La nuova strategia difensiva di Salvini sul caso Gregoretti: ‘Era un posto sicuro’

I senatori leghisti, membri della Giunta per le Immunità di Palazzo Madama, hanno votato a favore del processo al loro leader per il caso Gregoretti, così come richiesto espressamente da Matteo Salvini. Ora la palla passa all’aula del Senato che dovrà pronunciarsi il 12 febbraio prossimo sulla necessità o meno di spedirlo di fronte ai giudici.

In questo caso, ipotesi altamente probabile al momento, il leader della Lega avrebbe già preparato la sua linea difensiva. Secondo quanto rivelato dall’Ansa, per i legali di Salvini la nave Gregoretti sarebbe stato un “posto sicuro”

Le motivazioni: ‘Tre persone a bordo della Gregoretti erano soggetti pericolosi’

Le motivazioni che indussero Salvini a ritardare lo sbarco, si legge, sarebbero state legate esclusivamente al fatto che “il governo tedesco aveva fatto sapere che tre persone a bordo erano soggetti in grado di mettere a rischio la nostra sicurezza nazionale”.

Il riferimento è a tre migranti di origine sub sahariana, sbarcati proprio dalla Gregoretti, che sarebbero stati segnalati dal governo di Angela Merkel come persone pericolose, forse legate al terrorismo islamico. Secondo le indiscrezioni, poi, Matteo Salvini si sarebbe detto sicuro di aver difeso la sicurezza nazionale “negando lo sbarco” ai migranti ospitati sulla Gregoretti e di poterlo dimostrare di fronte ai giudici.

La reazione di Cathy La Torre: ‘Migranti sulla Gregoretti fuggiti dall’orrore’

Insomma, secondo Salvini “tutto il governo”, presieduto allora come oggi da Giuseppe Conte, sarebbe stato “consapevole” di quanto stesse accadendo e, quindi, “d’accordo” con le sue decisioni. In pratica, quella messa in campo dall’allora Ministro dell’Interno sarebbe stata una difesa legittima dell’interesse nazionale.

Nessun sequestro di persona dunque. Una tesi difensiva immediatamente criticata da un esperto del ramo, l’avvocata Cathy La Torre. “Per la difesa di Salvini sul caso Gregoretti - scrive la legale di Yassin sul suo profilo Twitter - a bordo della nave ci sarebbero stati dei soggetti in grado di mettere a rischio la sicurezza nazionale. Cioè dei migranti distrutti, disidratati, fuggiti dall’orrore e sopravvissuti a un viaggio infernale. Oltre il patetico e più”.