L'Italia è in piena emergenza Coronavirus. E' noto quanto si stiano adottando misure restrittive finalizzate a contenere la propagazione del contagio. Sembra, però, esserci un'incombenza in meno da affrontare, almeno secondo quella che è la ricostruzione fornita dal giornalista Franco Bechis in un editoriale pubblicato su Il Tempo. I dati dell'Unhcr raccontano che nessun migrante è sbarcato sulle coste italiane dalla fine del mese di febbraio. Questo, secondo il giornalista, rappresenterebbe la prova che dietro la partenza e l'arrivo in Italia di persone dall'Africa ci sarebbe una regia che oggi trova sconveniente l'approdo sulle coste del Bel Paese.

Coronavirus: protocollo prevede quarantena anche per i migranti

Sin da quando è stato sollevata la rilevanza del problema coronavirus, l'accoglienza dei migranti ha avuto chiare linee guida da seguire. Dalla misurazione della temperatura, fino alla sistemazione in hotspot in quarantena per quattordici giorni. Provvedimenti estesi anche ai membri dell'equipaggio delle navi Ong eventualmente coinvolte nel salvataggio dei migranti sui barconi. Misure di prevenzione che, in ogni caso, potevano rappresentare un'incombenza in più da risolvere per lo Stato, basti pensare alle polemiche relative alla presunta inadeguatezza delle strutture scelte a Messina per ospitare le persone arrivate con uno sbarco.

Il problema, però, sembra non esserci più e questo fa si che Franco Bechis arrivi ad una serie di considerazioni. Il fatto che da più da dieci giorni non arriverebbero migranti, rappresenta già un dato che merita attenzione. "Un arco di tempo - evidenzia - così largo senza sbarchi non si era mai avuto nell'ultimo anno.

Per Bechis c'è paura del coronavirus a spiegare crollo degli sbarchi

Franco Bechis sottolinea come, negli ultimi giorni, gli sbarchi, seppur in maniera limitata, siano proseguiti, ma su coste diverse da quella italiana. Grecia, Spagna e Malta le destinazioni rilevate. Si tratta di un aspetto non casuale, poiché secondo il giornalista nessuno approderebbe più in Italia "perché hanno paura del coronavirus".

Una terza persona plurale che, per Bechis, indica "i diretti trasportati, ma - si legge - sicuramente i trasportatori che proprio sulle coste italiane sembrano non volere mettere piede". Abbastanza polemico il riferimento ad una presunta selezione delle rotte da parte delle Ong. E ancora più duro è il commento: "Una prova in più che quel traffico è organizzato, ed è fatto da persone magari anche spregevoli ma che certamente sanno ragionare e indirizzano i barconi dove pensano sia più opportuno".

"Qualcuno - scrive Bechis - ha certamente la regia di ogni viaggio".