Sui tempi di varo dell’app Immuni è intervenuto il Ministro Boccia il quale, riporta La Stampa, ha confermato il via al contact tracing in Italia a giugno, in linea con le aspettative del Governo e dei creatori dell’app. Esprimendosi in merito ai rapporti con la privacy dei cittadini, Boccia ha dichiarato, secondo Fanpage e la Stampa, che l’app sarà ‘sicuramente rispettosa della privacy’, sgomberando il campo da qualsiasi dubbio al riguardo. Il Ministro ha specificato che il metodo applicativo permetterà l’anonimato e non scatenerà alcuna ‘caccia all’untore’, in quanto l’applicazione non si avvarrà di alcun sistema di geolocalizzazione in quanto non accede alla posizione Gps.

Il contact tracing nel mondo, ecco cosa hanno deciso all’estero

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, non è riscontrabile nel mondo un indirizzo univoco sulla strada da seguire in merito alla Fase 2. Allo stato attuale ogni governo seguirà una soluzione diversa per tracciare i contagi. Su alcune questioni, però, sembrerebbe formarsi una linea comune, come quella relativa all’utilizzo del bluetooth per intercettare i dispositivi degli infetti, su cui tutti i Governi al momento sono d’accordo. Per quanto riguarda l’occidente, Italia compresa con Immuni, tutti i paesi convergono sulla volontarietà dell’installazione dell’app, con Regno Unito e Francia che sarebbero in pole position con il lancio dell’app previsto già per il 2 giugno.

L’Italia, con Belgio, Germania e Svizzera, ha optato per un sistema ‘decentralizzato’ per tutelare al massimo la privacy degli utenti, che prevede la creazione di uno pseudonimo direttamente dallo Smartphone invece che dal server centrale governativo (soluzione cd. centralizzata). Sullo sfondo, l'esperienza della Corea del Sud che ha prodotto importanti risultati attraverso tamponi a tappeto e app anti contagio, e che è stata ritenuta a livello globale, in primis dal New York Times, uno dei paesi a gestire in maniera ottimale la crisi pandemica.

Il parere del Garante sull’app Immuni

Il Garante della Privacy italiano ha espresso il suo parere, a seguito di una richiesta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, proprio in merito alla decisione di utilizzare applicazioni di tracciamento dei contagi da Coronavirus e alla tutela del diritto alla privacy. Con il provvedimento n.

79 del 29 aprile scorso, e reperibile sul sito istituzionale, l’Autorità ha ritenuto Immuni e la normativa italiana ‘conforme’ ai principi indicati nelle linee guida del Comitato europeo per la protezione dei dati del 21 aprile, in quanto basata sulla volontarietà dell’installazione, sufficientemente dettagliata quanto alle finalità e alla trasparenza del trattamento dei dati, e temporanea. Proprio sull'elemento della volontarietà dell'installazione, sarà importante riuscire ad ottenere un'alta percentuale di adesioni tra i cittadini in modo da poter replicare il modello vincente sudcoreano.