Massimo Giletti difende il suo operato, respinge le accuse e allontana l'ipotesi di un suo ritorno Rai. E' quanto emerge dall'intervento del conduttore di Non è l'Arena su Rtl 102.5 dove è stato ospite della trasmissione "Non stop news". Nella circostanza ha inteso sottolineare l'errore nel definire 'agguato' la scelta di rilasciare una dichiarazione spontanea ad un uomo delle istituzioni come il magistrato Nino Di Matteo sulla questione Dap. Allo stesso modo ha raccontato un aneddoto personale, legato alla morte del padre, che descriverebbe l'ormai compromesso rapporto con Viale Mazzini e il sempre più saldo legame con Urbano Cairo e La7.
Non sono mancate le polemiche per Non è l'arena
Massimo Giletti negli ultimi giorni è stato travolto da un serie di insulti poiché qualcuno lo ha accusato di aver teso quasi una trappola ai suoi ospiti, tra cui c'era un europarlamentare grillino chiamato a rispondere della mancata nomina a capo del Dap del magistrato poi intervenuto a sorpresa in diretta. "Io - rivela - ho invitato Dino Giarrusso perché rappresentava il mondo dei 5 Stelle. Non posso essere etichettato come un uomo che fa agguati, quando arriva la telefonata di Di Matteo non posso non farlo parlare".
Giletti ci tiene anche a sottolineare che non è contro il Ministro della Giustizia:"Bonafede ha fatto cose importanti ed egregie.
Ma si dovrebbe dire: chi è che ha calzato la cornetta e ha impedito che fosse nominato Di Matteo?".
Massimo Giletti racconta del gesto di Urbano Cairo
Le ospitate di Massimo Giletti delle ultime settimane hanno generato molto clamore. Per chi va in onda con programmi di talk la visibilità ottenuta da Non è l'Arena a livello nazionale può essere considerato un successo.
Forse proprio sulla base di questo alcune indiscrezioni raccontavano che la Rai potesse tornare ad offrire un posto di rilievo al conduttore torinese nell'ambito dei suoi palinsesti. Tuttavia, rispondendo a domanda precisa di Pierluigi Diaco, ha commentato la possibilità paventata in maniera sibillina e raccontando un aneddoto personale.
"Quando è morto mio padre - ha rivelato - quest'anno all'improvviso, il giorno del funerale mi sono sentito toccare le spalle ed era il presidente Cairo". Chiaro il riferimento al fatto che in un momento così delicato fosse al suo fianco il patron de La 7 e che questo, probabilmente, sarà per lui un segno a cui dovrà inevitabile riconoscenza.
Anche, perché, a fare da contraltare ci sarebbe invece la mancanza di attenzione da parte di Viale Mazzini, dove Giletti è stato per tanti anni prima di approdare sulla rete privata dove tutt'ora presta servizio. "Credo - ha affermato - che quei momenti siano fondamentali per una persona. Non ricevere neanche un telegramma dalla Rai credo la dica lunga".