Giuseppe Conte, il ministro della Salute Roberto Speranza ed il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese saranno ascoltati dalla procura di Bergamo. Vengono, infatti, considerati persone informate sui fatti riguardo alla questione riguardante le zone rosse di Nembro e Alzano. I magistrati lombardi sono quindi a Roma per una serie di audizioni.

L'inchiesta, nello specifico, riguarda la mancata dichiarazione della "zona rossa" per i comuni bergamaschi di Nembro ed Alzano Lombardo, dove si è sviluppato uno dei focolai più letali durante la fase più acuta dell'emergenza Coronavirus in Lombardia.

Si tratta di un fatto che solleva discussioni ed opinioni. Tra esse c'è quella del filosofo Paolo Becchi che, su Twitter, ha voluto sottolineare che ci sarebbero le condizioni per addebitare a qualcuno le responsabilità per quanto è accaduto.

La procura di Bergamo ha ascoltato diverse persone informate sui fatti

La procura di Bergamo sta provando a far luce sulla vicenda andando ad interpellare tutte le figure chiave nella gestione Politica dell'emergenza. Il procuratore facente funzione Maria Cristina Rota sta, infatti, avendo delle interlocuzioni con diverse persone come soggetti informati sui fatti. Sono stati, infatti, già ascoltati l'assessore regionale al Welfare della Lombardia Giulio Gallera e il governatore Attilio Fontana.

L'Istituto superiore di sanità ha inoltre diramato una nota in cui ha riferito di un incontro tra il presidente Silvio Brusaferro e i magistrati della procura di bergamasca, direttamente in viale Regina Margherita a Roma.

Per Becchi 'i nodi devono venire al pettine'

Si tratta di colloqui che anticipano eventuali azioni della magistratura, qualora dovessero emergere situazioni su cui far luce a livello legale.

Sulla vicenda si è espresso Paolo Becchi. Il filosofo e blogger ha scritto un post sul proprio profilo Twitter, esternando l'idea secondo cui "i nodi devono venire al pettine".

In relazione alla gestione di un'emergenza sanitaria, che l'Italia ha pagato con migliaia di vittime, Becchi afferma: "No, non possiamo dimenticare i morti e la negligenza del governo nella prima fase - aggiungendo - Qui ci sono reati di epidemia colposa.

Ci sono tutte le condizioni per un avviso di garanzia".

Sulla vicenda si è espresso anche il presidente del Consiglio che ha inteso sottolineare la sua posizione di tranquillità anticipando il fatto che, davanti ai magistrati, riferirà di tutti i fatti che sono a sua conoscenza. "Sono sereno - ha rivelato - e per niente preoccupato".