Vittorio Feltri in un editoriale pubblicato su Libero Quotidiano ha criticato il governo e il sistema politico odierno che secondo lui manca di esperienza. Tutto ciò, a differenza di quanto accadeva in passato quando chi riusciva a giungere ai vertici della Politica lo faceva soltanto dopo una lunga e precisa gavetta, dando così almeno una parvenza di maggiore serietà.
La carriera politica del passato
Feltri ha aperto il suo articolo chiarendo: "Non sopporto la politica italiana e forse per questo mi tocca curarmene da oltre mezzo secolo". Quindi ha sottolineato che in passato c'erano dei partiti maggiormente organizzati "con tanto di federazioni e sezioni locali" che almeno provavano a dare l'impressione di poter essere "affidabili".
Inoltre, chi voleva tentare la carriera politica, doveva seguire un iter preciso. Innanzitutto ci si doveva iscrivere a un partito come la Democrazia cristiana o il Pci. A questo punto, se si veniva "accolti con favore dai capi", si poteva dare il via ad un percorso graduale ma allo stesso tempo alquanto insidioso. La gavetta a quei tempi era fatta "del ciclostile, degli opuscoli, dell'affissione dei manifesti delle varie campagne elettorali". Fatto ciò, si poteva aspirare ad un seggio ad esempio come consigliere comunale.
Solo i più scaltri potevano continuare a portare avanti la loro scalata, giungendo fino al parlamento dove però dovevano seguire "le regole imposte dai leader".
L'inadeguatezza dei politici odierni
Dopo la sua veloce disamina sulla carriera politica di qualche anno fa, Vittorio Feltri si è soffermato su ciò che invece accadrebbe ai giorni nostri. Secondo il direttore di Libero Quotidiano, in questi ultimi anni sono emersi dei "movimenti improvvisati", formati da figure inesperte che si sono lanciate innanzitutto "all'assalto delle poltrone".
Il giornalista bergamasco ha anche citato quelli che a suo parere sono gli attuali esponenti di governo che non avrebbero una certa dimestichezza con il mondo politico. Innanzitutto ha ricordato che in questa fase in Italia c'è un presidente del Consiglio (Giuseppe Conte) "che non ha mai amministrato neppure un condominio"
Quindi ha parlato di "ministri da diporto che eliminano la prescrizione (Alfonso Bonafede, ndr) come se cancellassero una virgola dell'ordinamento giudiziario".
Per ultimo, ha chiamato in causa il ministro degli Esteri (Luigi Di Maio, ndr), il quale secondo Feltri pensa "che la Russia sia una nazione mediterranea e che Matera sia in Puglia, senza contare - ha proseguito - il suo contenzioso irrisolto col congiuntivo".
Nella parte conclusiva delle sue riflessioni, il giornalista lombardo ha citato anche l'attuale emergenza sanitaria che ha "intontito i cittadini", i quali pensano che in questa fase critica sia imprudente "liquidare questo gabinetto". Insomma, a conti fatti, secondo Vittorio Feltri: "Meglio i tromboni di trent'anni fa che i pifferi in auge".