Non è un momento facile per il Movimento 5 Stelle. L'appuntamento con le urne del 20 e 21 settembre ha avuto un esito in chiaroscuro. Grande soddisfazione per l'esito del referendum sul taglio dei parlamentari, storica battaglia dell'universo pentastellato. Un po' di insoddisfazione, invece, per diverse prestazioni su base territoriale nella tornata elettorale amministrativa. Si può tranquillamente parlare di un momento particolarmente caldo, dato che in otto rischiano il procedimento disciplinare e l'espulsione tra i parlamentari grillini.

Situazioni che si aggiungono a quelle determinate dall'attacco di Alessandro Di Battista al Movimento per quello che ha descritto come un vero e proprio flop elettorale nelle giornate del 20 e 21 settembre.

M5s: morosi e dissindenti nel mirino

Come già sottolineato la decurtazione del numero di deputati e senatori è da sempre una sorta di battaglia di principio per il Movimento 5 Stelle. Un obiettivo da raggiungere nell'ambito di una più ampia filosofia politica che ha sempre messo al centro l'abolizione dei privilegi della così detta casta. Ben otto procedimenti disciplinari sono destinati a partire nei confronti di alcuni esponenti del partito definiti "ribelli" per aver deputato contro il taglio del numero dei parlamentari.

In una fase particolarmente calda la condotta sarà esaminata dai così detti probiviri del Movimento 5 Stelle. Ossia coloro che hanno il compito di comminare eventuali sanzioni per la condotta dei membri del partito.

A loro toccherà, inoltre, valutare la posizione di trenta altri esponenti che sarebbero in una condizione di morosità rispetto alle restituzioni. Il riferimento al fatto che, per statuto, deputati e senatori del Movimento 5 Stelle si tagliano autonomamente lo stipendio, destinandone la metà a un fondo che viene di volta in volta destinato verso donazione di interesse pubblico e collettivo.

Dieci giorni per capire come andrà a finire?

Secondo quella che è la situazione descritta da diversi quotidiani, tra cui Repubblica, sono state aperte perciò circa 40 procedure. Le norme consentono a coloro i quali finiscono sotto accusa di avere dieci giorni per elaborare una propria difesa. Autentiche memorie difensive che ciascun parlamentare è chiamato a produrre che successivamente saranno analizzati dai probiviri.

Secondo quelli che sono i rumors giornalistici in posizione più grave sarebbero quelli che avrebbero manifestato preferenza per il "No" al referendum. Avrebbero, infatti, acquisito una posizione che potrebbe essere considerata in netta controtendenza rispetto a quella che è l'etica grillina. Per loro potrebbe scattare addirittura l'espulsione definitiva dal partito.