Coronavirus: il bollettino dei contagi fa salire il livello d'allerta e anche il dibattito politico si fa incandescente. II governatore del Veneto Luca Zaia è stato chiamato a rispondere ad alcune considerazioni provenienti dal ministro della Salute Roberto Speranza e dal suo consigliere Walter Ricciardi. Zaia è, inoltre, uno dei più fervidi sostenitori della necessità di una maggiore autonomia regionale nell'ordinamento italiano.

Coronavirus: Ricciardi aveva criticato l'atteggiamento dormiente

L'esponente della Lega verso le amministrazioni regionali sono arrivate dichiarazioni chiare che hanno fatto rumore da parte di Walter Ricciardi.

Il consigliere del Ministro della Salute e docente di Igiene all'Università La Sapienza ha segnalato il fatto che, a suo avviso, nei mesi di quiete le regioni siano state dormienti. Il riferimento è a una mancata predisposizione di un apparato adeguato e pronto da subito a fronteggiare la seconda ondata di coronavirus che si sta profilando. "Trovo - ha detto Zaia - queste uscite ingenerose, irrispettose e anche poco costruttive". Nell'intervista rilasciata dal presidente della regione Veneto si paragona la situazione che si sta vivendo ad un vera e propria guerra. "Non ho mai visto - afferma - litigare in trincea sotto l'attacco nemico. Davanti all'emergenza bisognerebbe stare zitti". Il governatore ha auspicato che si sia trattata solo di un'uscita infelice, sottolineando come l'accusa arrivata non corrisponderebbe a verità in rapporto a ciò che le Regioni hanno fatto in questi mesi.

Zaia replica con fermezza e spiega i rapporti con il governo

Luca Zaia, tra l'altro, ha evidenziato come non abbia mai approfittato della situazione per innescare polemiche. Tra le notazioni messe in evidenza dal governatore del Veneto c'è il fatto che, fino al momento, le Regioni non hanno mai messo in discussioni le decisioni da Roma, pur avendo avuto sempre avuto l'opportunità di ricorrere al Tar.

Circostanza rivelata per mettere in evidenza quella che, secondo Zaia, è stato grande spirito di collaborazione. "Non ci meritiamo - ha tuonato - un atteggiamento del genere. Se qualcuno lo ritiene faccia nomi e cognomi. Ma non accetto lezioncincee tirate d'orecchi". Parole che mirano a difendere l'operato delle regioni, enti particolarmente sollecitati dall'emergenza coronavirus alla luce della loro responsabilità sulla Sanità.