Vittorio Feltri sta sia con che contro Giuseppe Conte. Il fondatore del quotidiano Libero, nella giornata di mercoledì 28 ottobre, ha pubblicato prima un editoriale sul suo giornale in cui mena fendenti durissimi contro il presidente del Consiglio. Poi, nella serata dello stesso giorno, ha postato un breve messaggio sul suo profilo Twitter per difendere l’operato di Conte nella gestione della pandemia di Coronavirus. Per Feltri, insomma, da una parte Conte avrebbe “perso la testa”, mentre dall’altra afferma che “all’estero stanno peggio di noi”.

L’editoriale di Feltri contro Conte

‘Il popolo inc… non guarda in faccia a nessuno, cancelli il Dpcm o sarà la fine’. È questo il titolo dell’editoriale pubblicato da Vittorio Feltri su Libero il 28 ottobre. Il giornalista inizia poi il suo attacco a Conte con una metafora: quella della quaglia che sarebbe “ormai volata via” e che il premier non potrà più prendere. La “quaglia” nel gergo feltriano sarebbe l’aumento esponenziale e forse incontrollabile dei nuovi casi di coronavirus in Italia. Insomma, secondo Feltri, Conte avrebbe “perso la testa come succede a tutti quelli che non ce l’hanno”.

Vittorio Feltri: ‘Conte ha perso la sinderesi’

Le motivazioni della condanna dell’operato di Conte sono presto dette.

Nessuno infatti riesce a capire dove effettivamente il rischio di contagio sia più alto: se sui mezzi pubblici, oppure dopo le 18 o tra le mura domestiche. Una critica ironica all’operato del governo durante questa emergenza alla quale Feltri aggiunge una considerazione sul premier: “Ha perso la sinderesi”, ma se ha intenzione di restare ancora a Palazzo Chigi “gli converrà recuperarla in fretta”, visto che fino ad ora avrebbe combinato un “casino dopo l’altro”.

Feltri dunque raccomanda al premier di “cancellare” l’ultimo Dpcm approvato appena pochi giorni fa perché a suo modo di vedere “condanna il Paese a fare una vita grama”.

La difesa del premier: ‘Fuori le idee invece delle bestemmie’

Vittorio Feltri punta la sua attenzione sulle “tensioni sociali” che si stanno moltiplicando nel Paese e teme che queste “sfocino in qualcosa di peggiore”, ovvero una “rivoluzione” fatta dal “popolo”.

Conte tiri dunque “i remi in barca”, altrimenti rischieranno di spezzarsi sulla sua testa. Un avvertimento drammatico, quello pubblicato dal giornalista, il quale però poche ore dopo si smentisce almeno in parte. “Conte sarà quel che sarà - scrive infatti su Twitter in difesa del premier - ma voi al suo posto avreste suggerito quale soluzione al dilagare del virus? All’estero stanno male come noi o addirittura peggio. Fuori le idee invece delle bestemmie”.