"Quando l'emergenza sarà finita penso che me ne andrò da Genova". Sono le parole con cui Matteo Bassetti comunica il fatto che sta quantomeno pensando di lasciare la sua città, tratte da un intervista rilasciata a Il Secolo XIX. Il direttore delle Malattie Infettive dell'ospedale San Martino è stato protagonista di un vero e proprio sfogo rispetto ad una parte di città dalla quale subirebbe attacchi quotidiani.
Chi lo mette nel mirino della critica é in genere chi lo accusa di un eccessivo presenzialismo televisivo e di una vicinanza al governatore della Liguria Enrico Toti
Tutte circostanze per le quali risponde punto su punto in un'interlocuzione in cui rivendica anche la costante attenzione verso i suoi pazienti e verso la scienza medica, per effetto delle pubblicazioni del suo gruppo di lavoro su prestigiose riviste internazionali.
Matteo Bassetti contro chi lo attacca
A non andare giù al medico sono state le frecciate di chi, a suo avviso, intende farlo passare per uno che fa il testimonial di cravatte o strutture ricettive. Inoltre ha ricordato come a suo avviso fu sì inopportuno fare il certificato di sanificazione all'hotel della moglie, ma ha anche aggiunto di non aver fatto nulla di male. Ricorda, inoltre, come il marchio di cravatte di cui ha indossato un capo ha fatto una grossa donazione al suo reparto. Non gli va giù anche che si fatichi a realizzare il fatto che, da nove mesi, lavora ininterrottamente. In particolare da parte del direttore delle Malattie Infettive del San Martino é arrivato l'invito un po' provocatorio a dare un'occhiata al suo cartellino, evidentemente con riferimento a quello che é un grande quantitativo di ore lavorate.
Coronavirus: Bassetti parla di attacchi politici
Tra i motivi che lo rendono oggetto di critica ci sarebbe, a suo avviso, la speculazione Politica da parte di chi lo attacca poiché si è mostrato spesso al fianco del presidente della Regione Toti. Bassetti, nel corso dell'intervista, ha sottolineato come con il governatore abbia avuto una collaborazione proficua, ma questa sia dipesa unicamente dal fatto che il presidente della Regione non era che un punto di riferimento per la gestione della sanità.
E poi la rivendicazione dell'indipendenza. In questo caso il medico precisa che, nonostante le proposte ricevute, avrebbe declinato qualsiasi invito a cimentarsi in un ambiente che non gli appartiene come quello politico.
"Speravo - ha aggiunto - fosse abbastanza per fermare le critiche ma il gioco al massacro continua".
Parole colme d'amarezza, a cui si affianca la constatazione che sarebbe opportuno cambiare aria, qualora divenisse assodato che nel capoluogo ligure non lo si vuole L'infettivologo ha replicato all'accusa di essere sempre in televisione.
Lo ha fatto sottolineando come questo faccia parte del suo ruolo di docente che deve occuparsi di divulgazione. Pensiero espresso manifestando anche orgoglio per aver dato grande visibilità al San Martino di Genova e sdegno per quanti lo accusano di passare più tempo in diretta televisiva che svolgendo il suo ruolo. Bassetti ha anche rivendicato il fatto che ogni giorno va a visitare i suoi pazienti, a organizzare il lavoro di un centinaio di persone nel suo reparto e a lavorare su pubblicazioni per riviste scientifiche di levatura internazionale. Parole a cui ha aggiunto che semmai gli unici che possono lamentarsi sono i suoi familiari che, al momento, non può vedere come accadeva in precedenza.
Bassetti ama Genova, ma il futuro lì è a rischio per sua scelta
Bassetti ha rivelato di amare follemente Genova, ma anche che si sarebbe aspettato un atteggiamento meno ostile e qualche difesa in più. "Ricevo - ha puntualizzato - ogni giorno offerte di lavoro, potrei andare dove voglio".
L'infettivologo ha segnalato che il suo eventuale addio sarebbe motivo di dispiacere soprattutto per la possibilità di lasciare il suo gruppo di lavoro. Bassetti ha anche specificato che qualora dovesse andare lo farebbe con un grande dispiacere.