Ci sono parole che, inevitabilmente, resteranno per sempre associate ad un fenomeno epocale come il coronavirus. Una di queste è sicuramente lockdown. Si auspicava che si trattasse di uno scenario appartenente al passato, adesso c'è il rischio che possa ripetersi nel futuro. Lo si evince da un'intervista in cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato che si sta lavorando per evitarlo. Parole che, in un certo senso, da una parte lo segnalano come uno scenario non certo, dall'altro non lo escludono. Tuttavia, per analizzare la situazione occorre scendere nel dettaglio di quelle che sono le dichiarazioni rilasciate dal capo del governo all'intervistatore Massimo Giannini.
Conte chiamato a rispondere a domanda precisa su lockdown
Occorre partire dalle indiscrezioni. Quelle che, nei giorni scorsi, hanno profilato l'ipotesi di un lockdown vero a partire dal 15 novembre. Una serrata totale, con la chiusura di tutte le attività che non ricadrebbero in quelle essenziali. Un piccolo passo in avanti per le zone che sono già rosse, un autentico ritorno alla primavera per chi, invece, ha maggiori libertà risiedendo in aree arancioni o gialle in base al Dpcm in vigore dal 6 novembre. Massimo Giannini, senza fronzoli, pone il quesito diretto al presidente del Consiglio che non può esimersi dal rispondere con altrettanta chiarezza. "Stiamo lavorando - ha detto - proprio per evitare la chiusura dell'intero territorio nazionale".
Parole che, almeno a livello ipotetico, non cancellano la possibilità che quanto tutti temono possa concretizzarsi sulla base dell'impossibilità di tenere sotto controllo la situazione.
Conte ha spiegato cosa attendersi per Natale
Il premier ha spiegato che è costantemente in atto un monitoraggio dell'evoluzione epidemiologica in relazione alle pressioni sul sistema sanitario e alla sua capacità di risposta.
L'auspicio è che il Dpcm in vigore da 6 novembre possa sortire gli effetti sperati, ricordando come spesso gli esperti indicano in due settimane il tempo minimo per valutare l'impatto sulla curva del contagio ogni qualvolta si mettono in campo nuove restrizioni. "Soprattutto - ha specificato Conte- confidiamo di vedere a breve gli effetti delle misure restrittive già adottate".
E c'è apprensione rispetto al fatto che all'orizzonte c'è il Natale che è da sempre sinonimo di grande coinvolgimento sociale e religioso, ma anche produttivo ed economico. "Il nostro obiettivo - ha detto Conte - è che sia un Natale dove non si mortifichino né i consumi, né gli affetti, ma non possiamo immaginare feste e pranzi affollati".
E sull'ipotesi di quanti sostengono che sarebbe stato preferibile anticipare la dichiarazione di un lockdown nazionale, evitando un grande numero di Dpcm Conte è chiaro. "Sarebbe stata - spiega - una decisione irragionevole in base agli strumenti di cui disponiamo, incomprensibile per la popolazione, disastrosa per tutti".