6 novembre. La data è cerchiata in rosso da mercoledì sera. Venerdì rappresenta il momento in cui entrerà in vigore il nuovo Dpcm firmato da Giuseppe Conte. Una raccolta di norme finalizzate a contenere la diffusione del contagio, ma che porterà inevitabilmente a maggiori limitazioni. Soprattutto nelle regioni "rosse", si arriverà da uno scenario molto simile al lockdown primaverile. Una scelta inevitabile ai fini della salute pubblica per alcuni, un boccone amarissimo da digerire per altri. Nicola Porro si scaglia in particolare contro i riferimenti neanche troppo velati del premier al Natale.

Nicola Porro si concentra su un passaggio della conferenza di Giuseppe Conte.

Il piano del governo sembra essere chiaro: contenere adesso il coronavirus e la sua diffusione, provando ad allargare le maglie delle restrizioni a dicembre. Una scelta che, da una parte, aspira a dare ai cittadini la possibilità di non privarsi di una "simil-normalità" in una ricorrenza molto sentita. Dall'altra si punta a non fermare una macchina economica che, in quel periodo, viaggia a ritmi sostenuti. Il buon funzionamento delle misure in atto avrebbe, dunque, ricadute positive sul Pil e condurrebbe a quella serenità indicata dal premier durante la conferenza stampa. "Non sto pensando - ha sottolineato Conte - a veglioni, cene natalizie, cenoni, balli.

Bisogna rispettare le regole. Ma se ci arriviamo in serenità, anche la fiducia nei consumi non sarà depressa e potremo vedere i benefici economici"

Porro contro i riferimenti di Conte al Natale

Agli auspici di ordine finanziario si affianca un concetto che si può interpretare. Ossia che il prossimo Natale sia destinato ad essere certamente diverso dagli altri (e su questo c'erano pochi dubbi), ma che soprattutto siano già bandite molte delle circostanze che caratterizzano le festività.

Una fuga in avanti che non piace affatto a Nicola Porro. "Ci spiega- ha detto il giornalista - come ci dobbiamo comportare: siamo impazziti". "Siamo qua - ha proseguito - che facciamo le pulci a Trump e Biden, e abbiamo in casa un pazzo che ci spiega che a Natale non dobbiamo fare il cenone". "Chi gli ha dato - ha tuonato Porro- il potere di decidere con chi faccio il cenone?" "Ci siamo talmente assuefatti - ha chiosato - ai lockdown.

Non possiamo uscire di casa, non possiamo far fare pipì al cane".

Il riferimento finale nasce da un passaggio riportato da Il Messaggero secondo cui, durante il coprifuoco (dalle 22 alle 5), non sarà possibile portare i propri animali in giro per assecondare le loro necessità fisiologiche.