L'Italia, per effetto del Dpcm in vigore dal 6 novembre, al momento si caratterizza per un tricolore diverso. Non l'iconico bianco, rosso e verde, ma il giallo, arancione e rosso che indica il livello di restrizioni per ogni singola regione in relazione all'emergenza coronavirus. Ogni regione, in base al coefficiente di rischio, presenta una varietà cromatica. Una caratteristica che può mutare in base agli scenari epidemiologici secondo il decreto. E, secondo quanto anticipato da La Stampa e da altre fonti giornalistiche nei giorni scorsi, potrebbero essere diversi i territori che potrebbero vedere cambiare il loro "colore" in base alle valutazioni di natura epidemiologica.
In particolare, candidate a vedere mutare i propri scenari, sono il Veneto, la Toscana, la Campania e la Liguria. Secondo quanto riporta il quotidiano torinese sono destinati a restare sospesi ancora per qualche giorno i giudizi sul Lazio e sulla provincia autonoma di Trento.
Da zona arancione a zona rossa: cosa cambia?
Il Veneto, la Toscana, la Campania e la Liguria sono regioni, al momento, collocate nella fascia gialla. Si tratta di territori dove, tra le misure imposte, c'è ad esempio quella relativa al coprifuoco dalle 22 alle 5. Sono attive restrizioni come l'impossibilità per le attività di ristorazione ad operare in loco tra le 18 del pomeriggio e le 5 del mattino. Senza dimenticare la chiusura dei centri commerciali nel weekend (Al netto degli alimentari), la perdurante serrata di palestre, piscine, musei e mostre.
L'eventuale passaggio alla zona arancione comporterebbe anche l'impossibilità a spostarsi da un comune all'altro salvo motivi di lavoro, studio o stringente necessità da documentare con un autocertificazione. In quel caso la chiusura delle attività di ristorazione sarebbe totale e resterebbe l'unica possibilità di restare attivi con asporto (fino alle 22) o consegna a domicilio.
Dpcm: sono 21 i parametri, lunedì potrebbero arrivare nuove decisioni
Le ordinanze del Ministero della Sanità da cui arrivanole determinazioni del colore delle zone sono basate su 21 parametri oggetto di valutazione da parte del Comitato Tecnico Scientifico. Tra questi ci sono la pressione sui reparti, la saturazione sui posti disponibili di terapia intensiva, ma anche la capacità di tracing.
Il dato inequivocabile è che più si diffonde il contagio, più il livello di allerta segnalato per ciascun dato preso in considerazione si avvicina. E non è un mistero che, a partire dalla settimana di ottobre tra il 19 ed il 26 da cui sono stati presi i numeri per la prima catalogazione, la situazione epidemiologica sia peggiorata in molti casi.